Coronavirus, il ricordo di Beppe Sala: “Quella volta che ero ricoverato in un camera sterile”
"Oggi vorrei iniziare con una storia personale. Le storie personali valgono quello che valgono, ma assumono un significato in una dimensione collettiva. È la mia storia e volevo raccontarla". Inizia così il video messaggio con cui il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha voluto raccontare in prima persona la sua esperienza di malato, dopo un'operazione per un tumore, riflettendo sull'emergenza coronavirus e la necessità di fare tutto il possibile per aiutare i medici.
Il ricordo di Beppe Sala: Quella volta che ero in ospedale con le difese immunitarie a zero
"Anni fa sono stato in ospedale, in una camera sterile, per circa un mese. Significa che il personale medico entra bardato, con guanti, mascherina e tuta protettiva", ha ricordato il sindaco. "Avevo fatto un trapianto di cellule staminali – ha raccontato – e le mie difese erano a zero. Tutte le volte che vedo un'immagine di un'ospedale, di un medici all'opera, non è tanto che torno alla mia sofferenza di quel momento. La riflessione è un'altra e cioè: cosa devo fare per aiutare quel medico, quella dottoressa o quell'infermiere che stanno ospedale? È evidente che devo assumere un comportamento tale per cui meno milanesi possibili siano costretti ad andare negli ospedali perché contagiati"
Il sindaco: Inaccettabile che non venga fatto il tampone al personale sanitario
"Permettetemi di dire che trovo francamente inaccettabile che al personale sanitario e ai medici di base non venga fatto il tampone", ha aggiunto il sindaco che poi è tornato a fare appello a tutti i cittadini. "Anche a noi sta la responsabilità. Fatemelo ridire con più intensità. Agli anziani: cercate di stare in casa, non andate tutti i giorni a comprare quattro panini e cinque arance. Ai ragazzi: non si gioca per le strade o nei parchetti. Ai runner: premetto che voi, secondo i decreti del governo, potete correre, ma pensate che mentre correte e siete felici, ci sono cento persone alla finestra che vi guardano e si arrabbiano perché sono reclusi. Facciamo tutti una riflessione".
"Sono giorni delicati per Milano – ha concluso -, c'è chi dice che il picco sarà il 25, il 26 o il 28. Io non lo so, ma questi sono giorni delicati per cui state a casa"