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Coronavirus, gli esperti: “Si diffonde velocemente come la Sars ma la mortalità è più bassa”

Si diffonde velocemente come la Sars il Coronavirus. A dirlo il professore Andrea Gori, Direttore dell’Unità operativa Malattie infettive del Policlinico di Milano che ha però sottolineato come la mortalità rispetto al suo predecessore sia più bassa. La Sars ha provocato tra il 2002 e il 2003 la morte di più di 800 persone.
A cura di Chiara Ammendola
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Controllo alla stazione di Seoul in Corea del Sud
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"La diffusione del Coronavirus che arriva da Wuhan è velocissima proprio come quella della Sars, la sindrome respiratoria acuta che tra 2002 e il 2003 uccise quasi 800 persone". A dirlo è il professore Andrea Gori, Direttore dell'Unità operativa Malattie infettive del Policlinico e professore ordinario di Malattie infettive all'Università degli studi di Milano che in un'intervista rilasciata ad AGI ha descritto le caratteristiche di questo virus che sta mettendo in allarme i paesi di tutto il mondo. Se da un lato la sua velocità di diffusione ricorda pericolosamente la Sars, dall'altro c'è una caratteristica fondamentale che lo differenzia dal suo predecessore, che è quella della mortalità che in questo caso è molto più bassa.

In Italia la situazione è tranquilla: nessuna diffusione

Intanto la Lombardia, come annunciato dall'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha predisposto una vera e propria task force per affrontare una eventuale emergenza: per riconoscere e affrontare eventuali casi di virus sono stati predisposti tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento. Ma la situazione al momento in Italia è piuttosto tranquilla. "Al momento quello che si può sapere è che questo virus sembrerebbe comportarsi come tutti i Coronavirus, che sono estremamente diffusi – spiega il professore Gori – la specificità è che si tratta di un nuovo tipo, la cui capacità di scatenare una epidemia è abbastanza importante ma la mortalità è comunque bassa".

In Cina 4500 casi d'infezione e 106 decessi

Secondo gli esperti è necessario aspettare l'evolversi della situazione, così come è accaduto in Cina dove la situazione è stata affrontata con grande tempestività: finora i casi d'infezione accertati sono 4.500, mentre 106 sono i decessi, secondo i dati della Commissione sanitaria nazionale cinese. "Vedremo nelle prossime settimane quale sarà l'andamento, in questo momento la situazione è giustamente molto agitata in Cina, ma in Italia abbastanza tranquilla – ha spiegato il direttore dell'Unità malattie infettive del Policlinico di Milano – c'è una tale organizzazione e un lavoro in rete da parte delle strutture di malattie infettive che permette un ottimo controllo". Intanto in Italia è scattata la caccia alle mascherine, che, come confermato dal professore Gori "sono altamente efficaci. La trasmissione avviene per via aerea e la mascherina impedisce la trasmissione".

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