Coronavirus, Gallera: “Tamponi a tappeto? No, sarà il medico di base a decidere chi deve farlo”
I dati positivi degli ultimi due giorni, diramati dal quotidiano bollettino sull'emergenza Coronavirus dalla Regione Lombardia, non devono illudere ma nemmeno si può sottovalutarli. Serve che vengano "confermati per cinque o sei giorni di fila", sostiene il professor Massimo Galli, infettivologo e primario dell'ospedale Sacco di Milano, ma bisogna circoscriverli al numero di tamponi fatti alla popolazione.
Gallera: Il tampone solo quando serve, ne facciamo 5mila al giorno
Da diverso tempo si è fatta largo l'ipotesi di un utilizzo a tappeto dei test per certificare la presenza del Covid nell'organismo delle persone, così come propone il presidente del Veneto Luca Zaia. E a tal proposito, ancora una volta, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ha ribadito la sua posizione ad "Agorà", in onda su Rai 3: "Ieri abbiamo approvato una delibera che rafforza il monitoraggio del territorio anche tramite la telemedicina e la distribuzione di saturimetri e kit che verifichino le condizioni dei pazienti", ha detto Gallera che poi ha continuato: "Al Sacco sta partendo un percorso per coloro che sono dimessi e verranno controllati dagli specializzandi tramite telefonate. Lavoriamo sia per chi non è del tutto guarito che per chi avverte i primi sintomi. Noi abbiamo bisogno che i pazienti possano avere un confronto". Solo grazie a ciò, potranno essere "inviati in ospedale per fare il tampone quando serve. Farlo in maniera massiva non va bene. Ne facciamo 5mila al giorno, se ne facessimo 100mila ci vorrebbe troppo tempo. L'importante è intervenire su chi ha bisogno", ha detto l'assessore. Sarà quindi "il medico di base a segnalare chi dovrà fare il tampone", anche nelle aziende che resteranno aperte perché parte di filiere essenziali.