Coronavirus, Fontana: “Il nostro provvedimento è migliore dell’ultimo decreto del Governo”
Continua la polemica a distanza tra la Regione Lombardia e il Governo di Giuseppe Conte per via delle misure da adottare per contenere l'emergenza Coronavirus nella zona maggiormente colpita d'Italia. Il presidente lombardo Attilio Fontana, in collegamento con "Mattino cinque", su Canale 5, ha ribadito di "non essere contento del nuovo decreto perché va a creare degli spazi che noi avevamo cercato di coprire".
Fontana contro il Governo: Nel dcpm lasciano aperti anche gli hotel
Fontana ribadisce però che vuole "avere un rapporto positivo col Governo e andare in assoluta condivisione con le scelte che faccio, quindi accetto quello che mi diranno i giuristi, ovvero se vale la mia ordinanza o il dpcm e applicheremo quello che varrà". In caso di questa seconda possibilità, "gli uffici pubblici sarebbero tutti aperti così come quelli privati. Nel decreto non ci sono sanzioni contro gli assembramenti e i cantieri e gli hotel sono aperti. Noi avevamo dato una stretta maggiore, però se ci sarà da applicare il decreto lo faremo", continua sconsolato.
Misure rigide: Spero si applichi la nostra ordinanza
La tesi portata avanti dal presidente della Lombardia, d'accordo con la Giunta e i sindaci dei capoluoghi di provincia, è quella secondo la quale "la Lombardia ha bisogno di chiusura". Fontana assicura che "dal primo giorno che ci siamo confrontati con Governo ho detto: "Facciamo misure rigide per due settimane poi vediamo come va". In tempi di emergenza bisogna essere anche in grado di fare delle rinunce". E a proposito di rinunce e di ordinanze e decreti, non è ancora chiaro quali lavoratori debbano stare a casa a partire da oggi, lunedì 23 marzo, e quali no: "Bisogna capire quale provvedimento ha valenza sull'altro – spiega Fontana -. Oggi verificheremo. Il nostro è più rigido in alcune materie mentre sulle attività produttive c'è competenza statale. Spero che si possano applicare norme più rigorose possibile. C'è ancora troppa gente in giro e troppe possibilità di contagio".
Code al supermercato: Riservare fasce d'orario agli over 65
Luoghi d'assembramento, ad esempio, sono le file fuori dal supermercato per fare la spesa, nonostante si riesca a mantenere la distanza di sicurezza. Per evitare, però, che la gente se ne approfitti, Fontana suggerisce alcune soluzioni: "Si potrebbe dare la possibilità di prendere appuntamento nei supermercati, così come incrementare la consegna a casa o prevedere degli orari riservati a certe categorie". In tal senso, l'esempio offerto dal presidente della Lombardia è molto chiaro: "Se noi stabilissimo che la fascia oraria dalle 8,30 alle 10.30 fosse riservata agli over 65, potrebbe agevolare. E poi c'è il discorso di fondo: mi pare di capire che la spesa sia utilizzata anche come mezzo di socializzazione e non deve essere così. Basterebbe andare due volte a settimana e c'è gente che va due volte al giorno", ha poi concluso Fontana.