Coronavirus, danni enormi per l’economia di Milano: gravi perdite per taxi, hotel e locali
Strade vuote, negozi e bar chiusi, mezzi pubblici deserti e prenotazioni cancellate. Le misure per contenere il coronavirus mettono in ginocchio l'economia di Milano con effetti già gravi per commercianti, albergatori, gestori di locali pubblici. I danni economici hanno due ragioni: da un lato i divieti che impongono la chiusura di bar, discoteche e pub alle 18, ma anche lo stop ai centri commerciali nel weekend e il divieto di eventi pubblici. Dall'altro c'è l'effetto della paura che rende le persone ancora più restie a uscire di casa.
Per bar e locali pubblici una perdita di 3 milioni al giorno
Solo per bar e locali la perdita stimata è di 3 milioni al giorno in Lombardia, secondo le stime di EPAM – Confcommercio. "C'è grande preoccupazione per la situazione, soprattutto per l'incertezza sulle prospettive", spiega a Fanpage.it il presidente dell'associazione che rappresenta gli esercizi pubblici milanesi, Lino Stoppani. "Da una parte accettiamo questi provvedimenti, che hanno anche debolezze tecniche, e ci facciamo carico di questa responsabilità nelle speranza ritorno normalità – sottolinea – dall'altra ci aspettiamo interventi in supporto di vario tipo", dalle scadenze fiscali ai mutui, dalla cassa in deroga alle indennità lavoratori autonomi fino ad altre forme di indennizzo per chi è obbligato a chiudere. "Possiamo resistere qualche giorno, speriamo a un allentamento tra una settimana, ma non dipende da noi".
I tassisti: chiamate in caduta libera, un terzo delle auto è fermo
"A Milano in caduta verticale senza paracadute, abbiamo perso due terzi del lavoro", ha riferito a Fanpage il presidente di Radio Taxi 6969, Gegé Mazza, "in media riceviamo 1000 chiamate al giorno, ora siamo poco più di 300. La mattina va un po' meglio perché ci sono manager e uomini d'affari che devono muoversi per forza. Ma dopo le 18 è un disastro. Turisti non se ne vedono". E la paura sembra aver contagiato anche gli autisti delle auto bianche. "Un terzo dei colleghi non è venuto al lavoro per paura di ammalarsi. Nel segreto del suo abitacolo ognuno fa come vuole. Io non mi sono fatto prendere dal panico, in 45 anni ho visto di tutto, non rinuncio a lavorare".
Hotel in crisi: picchi di 70 per cento di disdette
"I provvedimenti restrittivi in vigore da domenica scorsa hanno portato ad un calo del fatturato del 10-15 per cento per il bar e nel settore alberghiero ad una media del 35-40 per cento di disdette, con picchi anche del 60-70 per cento per alcuni hotel, con percentuali simili anche per i tour operator", ha rilevato il segretario generale di Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, Marco Barbieri, interpellato da Askanews.