Coronavirus Bergamo: è morto don Fausto Resmini, il prete degli ultimi e degli invisibili
Don Fausto Resmini, amato sacerdote della provincia di Bergamo, è morto nelle scorse ore a causa del Coronavirus. Il prete, nel corso della sua lunga carriera al servizio di Dio e dei suoi fedeli, ha girato per anni con il suo camper "Esodo" con cui ha dato pasti caldi a chi non aveva un domicilio e trascorreva le notti al freddo delle stazioni. Don Resmini è stato il prete degli ultimi e degli invisibili.
Don Resmini, il prete degli ultimi
Nato a Lurano, in provincia di Bergamo, ha fondato la Comunità don Milani di Sorisole dedita al recupero dei minori che avevano avuto trascorsi difficili. Per anni, poi, è stato cappellano del carcere orobico. Cosiddetto "prete da strada", stava al fianco dei poveri per migliorare le loro condizioni mantenendo sempre un canale di comunicazione aperto con le istituzioni per avere il loro supporto: "I poveri e gli ultimi non sono un problema di ordine pubblico, e riconoscerli è il primo passo per uscire dall’indifferenza", ripeteva sempre, assicura chi lo conosceva bene. A dare notizia della sua scomparsa è stata la Comunità don Lorenzo Milani con un post su Facebook: "Questa notte don Fausto è tornato alla casa del Padre. Ha combattuto fino alla fine contro questo virus così tremendo. Se ne è andato nel silenzio e nella solitudine della notte, proprio come molti uomini vissuti in strada di cui lui si è preso cura nel suo ministero. Ora preghiamo Dio perché lo accolga nel suo Regno. Sarà accolto dai santi, da don Bepo e dagli ultimi della terra che lui ha amato e servito, li potrà trovare pace e gioia eterna".
Il saluto della polizia penitenziaria di Bergamo: Ti ricorderemo con affetto
Anche la polizia penitenziaria di Bergamo ha reso i suoi omaggi alla memoria di don Resmini con un post su Facebook: "Caro Don Fausto…non poteva finire così..!! Quante giornate passate insieme nel carcere di Bergamo (tu da Cappellano e lo scrivente da Ispettore e Dirigente Sindacale della Polizia Penitenziaria), a parlare e confrontarci dei problemi dei detenuti e del nostri agenti della Polizia Penitenziaria". "Avevi a cuore le problematiche di tutti e ti facevi in quattro per cercare di risolverle e di portare un po’ di sostegno morale e materiale – continua il post -, in particolar modo ai poveri e tanti detenuti extracomunitari indigenti e privi di ogni legame familiare. Sei stato un grande cappellano ed un grande amico e , nonostante le nostre strade si sono divise nel lontano 2015 , la stima che ci legava è rimasta indelebile sulle nostre pelli. TI ricorderemo sempre con affetto …!! Riposa in pace fra le braccia del nostro amato Gesù e di Sua madre Maria…!!".