Coronavirus, a Codogno tutti in coda per le mascherine. Il sindaco: “Governo non ha mai chiamato”
Decine di persone in coda, ma senza ressa e affollamento, alla Fiera di Codogno dove la protezione civile ha allestito due gazebo per la distribuzione delle mascherine messe a disposizione della popolazione. La quota prevista è di tre mascherine per ogni tessera sanitaria. La richiesta di più dispositivi per la protezione personale era arrivata dai sindaci dei comuni della zona rossa del Lodigiano
Il sindaco di Codogno: Mai ricevuto una chiamata dal governo
Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, ha accusato il governo di non averlo mai chiamato dall'inizio dell'emergenza: "Non ho mai ricevuto una chiamata dal governo per sentire come stavamo", ha detto a 24Mattino su Radio 24. "Dal governo più del decreto di chiusura purtroppo non abbiamo visto né sentito nessuno. Va riconosciuta una grande presenza della Regione Lombardia", ha aggiunto il primo cittadino.
"Non è vero che non ha avuto contatti con il governo: a parte le telefonate e i messaggi con me su questioni concrete, ha partecipato alla videoconferenza con il presidente del Consiglio. Se ne sarà scordato. Ma non facciamo polemiche, guardiamo avanti", ha replicato il ministro della Difesa, il lodigiano Lorenzo Guerini.
Distribuite le mascherine: gente in coda a un metro e mezzo di distanza
"Una coda neanche lunga, un metro o un metro e mezzo di distanza forse non riesci a tenerlo ma è ordinata: sono venuto anche con la tessera di mia moglie e ho dovuto aspettare solo 20 minuti", è la scena descritta all'Ansa da un testimone dal Comune epicentro della zona rossa e del contagio. "Sono quelle chirurgiche, ma servono anche quelle: ricevi tre mascherine per ogni tessera sanitaria. Ho fatto passare avanti un signore molto anziano – racconta il cittadino di codogno – per lui non sarebbe stato necessario venir fin qui, gliele avrebbero consegnate al domicilio".
Via libera alle mascherine chirurgiche
"In relazione all'emergenza di cui al presente decreto, in coerenza con le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e in conformità alle attuali evidenze scientifiche, è consentito fare ricorso alle mascherine chirurgiche, quali dispositivi idonei a proteggere gli operatori sanitari; sono utilizzabili anche mascherine prive del marchio CE previa valutazione dell'istituto Superiore di Sanità". Recita così l'articolo 34 comma 3 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) relativo alle misure da porre in essere sull'emergenza COVID 19.
"I nostri tecnici, di concerto con l'OMS – ha spiegato l'assessore lombardo al Bilancio, Davide Caparini – hanno certificato la validità delle mascherine a 4 stati (cosiddette chirurgiche) nel contrasto alla diffusione del COVID-19. Recependo la nostra proposta il ministero delle Sanità consente alle regioni di affrontare l'emergenza e superare il problema dell'approvvigionamento delle mascherine FFP3 e FFP2 che sono oggetto di vergognosa speculazione a livello mondiale. Infatti, il fabbisogno del sistema sanitario è di tre ordini di grandezza superiore all'ordinario".