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Covid 19

Coronavirus: 6mila lavoratori metalmeccanici coinvolti da fermi della produzione o altre limitazioni

L’emergenza per il Coronavirus poterebbe avere effetti pesanti per l’economia lombarda, in particolare per il settore metalmeccanico. Stando al rapporto della Fim Cisl sono attualmente 6mila i metalmeccanici lombardi soggetti a fermi della produzione o limitazioni di orari. “Una situazione preoccupante”, ha detto il segretario generale lombardo del sindacato.
A cura di Luca Giovannoni
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(Immagine di repertorio)
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Il Coronavirus non mette in allarme la popolazione solamente dal punto di vista sanitario, ma anche per quanto riguarda il lavoro. Il sindacato Fim Cisl fa sapere, attraverso il suo 48esimo Rapporto semestrale sulla crisi nel settore, che circa 6mila lavoratori metalmeccanici lombardi sono stati coinvolti da fermi della produzione o limitazioni di orario a causa dell'emergenza legata al Coronavirus. Nella maggior parte dei casi si tratta di dipendenti di aziende attive sul territorio della cosiddetta zona rossa. "Siamo molto preoccupati – fanno sapere dal sindacato – Per fare un bilancio attendibile degli effetti sull’occupazione dell’industria manifatturiera lombarda dobbiamo attendere almeno un paio di mesi, ma i primi segnali sono allarmanti".

Le parole del presidente del sindacato

Gli effetti del Coronavirus potrebbero provocare conseguenze devastanti per l'industria metalmeccanica lombarda, che già prima dell'emergenza non stava vivendo un momento felice. La Fim Cisl ha comunicato che: "A fine 2019 erano 17.288 i lavoratori coinvolti cassa integrazione ordinaria, straordinaria e licenziamenti, in crescita del 79 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Aumentano anche le aziende coinvolte dalla crisi: 392, +4,5 per cento rispetto al primo semestre 2019". Il segretario generale del sindacato lombardo, Andrea Donegà, si è detto preoccupato per la situazione. "Sicuramente la catena globale del valore, in cui le imprese italiane, e lombarde in particolare, sono ben inserite, subirà dei contraccolpi pesanti che avranno forti ripercussioni sulla tenuta delle nostre imprese – ha affermato Donegà – La Germania è legata all’economia cinese che, essendo in rallentamento, determinerà una frenata anche del Pil tedesco e, quindi, di conseguenza le imprese italiane, che esportano a Berlino componentistica, semilavorati e macchine utensili, rischieranno un nuovo contraccolpo".

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