Contestazioni alla Festa dell’Unità, un muro di filo spinato per bloccare Renzi
Un cordone di filo spinato per rappresentare idealmente l'isolamento e la sofferenza dei lavoratori. È la protesta messa in scena degli attivisti e lavoratori dell'Unione sindacale contro il premier Matteo Renzi, giunto alla Festa nazionale dell'Unità a Milano. I contestatori hanno legato del filo spinato e il fil di ferro da un lato all'altro di corso Venezia, all'altezza di viale Palestro, creando uno sbarramento per impedire l'accesso delle auto blu che hanno scortato il capo dell'esecutivo. "Un muro di filo spinato, come un ipotetico campo di concentramento dentro cui vogliono relegarci – sono le parole di un sindacalista Usb al megafono – costringendoci al Jobs Act, alla Buona Scuola e respingendo i nostri fratelli profughi vittime delle loro guerre". Il premier ha commentato le proteste dal palco della manifestazione: "Se qualcuno viene a sfogarsi, accogliamolo con un abbraccio senza fischiarlo" ha detto Renzi.
La folla di attivisti e lavoratori ha tentato di forzare uno dei cancelli del parco Indro Montanelli in cui si svolge la kermesse, ma è stata prontamente bloccata dalla polizia in tenuta antisommossa. Dopo il tentativo fallito il blocco ha deciso di simulare una barricata da una parte all'altra della strada bloccando la circolazione.Tra quelli che si sono riuniti per contestare il premier fuori dai giardini Indro Montanelli, ci sono anche molti insegnanti che contestano le politiche del governo in materia di scuola e il Jobs Act. Non sono mancati anche sostenitori dei diritti umanitari in piazza per l'accoglienza dei profughi. Tra la folla si è visto anche un cartello con la scritta: "Welcome refugees". Il premier che è stato salutato oltre che dalle proteste anche da scroscianti applausi, è atteso alle 19.15 nella sede di Expo 2015, dove accoglierà il leader degli U2 Bono Vox, ospite dell'Esposizione universale milanese. All'apertura del suo intervento il premier ha salutato con un abbraccio il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: "Caro Giuliano – ha detto il premier – deciderai tu che cosa fare da grande. Noi saremo al tuo fianco qualsiasi sarà la tua decisione".