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Comunali di Milano, Beppe Sala avverte: “Il mio consenso è buono, ma non è detto che rivinca”

Beppe Sala guarda alle elezioni comunali che si terranno a Milano tra un’anno e mezzo e avverte: “So che il mio consenso a Milano è buono, ma non è detto che mi porterebbe a rivincere”. Il primo cittadino, nel giorno il capoluogo lombardo si conferma migliore città per qualità della vita, ricorda che “quando l’aria tira da una parte, non è facilissimo contrastarla” e che “il percorso è ancora lungo e c’è molto da fare”.
A cura di Simone Gorla
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"So che il mio consenso a Milano è buono, ma non è detto che mi porterebbe a rivincere, perché so che quando l’aria tira da una parte, non è facilissimo contrastarla". Il sindaco Giuseppe Sala guarda con realismo alle elezioni comunali che si terranno a Milano tra un'anno e mezzo, e non dà per scontata la propria riconferma a Palazzo Marino. Nel suo intervento alla presentazione dell'indagine del Sole 24 Ore sulla "Qualità della vita" delle città italiane, che vede Milano al primo posto, Sala ha ribadito che "a me fare il sindaco piace", ma ha anche aggiunto: "Sciocco non sono, so che c’è ancora tantissimo da fare qua".

Impegno nazionale? Non è questo il momento della sinistra

Nessuna apertura su un suo possibile impegno a livello nazionale al termine del mandato da primo cittadino. “Lo vedo difficile. Non è esattamente il momento della sinistra questo, quindi già lì ci sarebbe da rimontare – ha rilevato Sala -. Poi la politica nazionale è anche un tema di capacità che devono coincidere con delle finestre temporali, non è che sei unto dal signore".

Non vivo di premi, c'è molto lavoro da fare

Tornando alla città e al riconoscimento ricevuto per l'alta qualità della vita, il sindaco ha ricordato che "il percorso è ancora lungo e c’è molto da fare a Milano. Non vivo di questi premi, dicendo che io la mia parte l’ho fatta, perché so che c’è ancora molto da fare e Milano lo merita – ha aggiunto -. La mia promessa ai milanesi è di vedere in me una persona che quando parla di competenza non parla di futuro, ma si porta dietro un lavoro fatto nel passato. Sono ancora il primo ad accendere la luce la mattina e l’ultimo a spegnerla la sera. Ho mantenuto questa abitudine da manager, che è molto milanese".

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