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Como, maxi-sequestro di abiti contraffatti: saranno donati ai poveri

La Dda di Milano, su richiesta della Polizia, ha donato 1700 maglioni, sequestrati nel 2009 dal nucleo di polizia tributaria di Como, all’Opera Don Guanella di Como, che provvederà a distribuirli ad anziani, persone senza fissa dimora e bisognosi: il valore della merce è di oltre un milione di euro.
A cura di Federica Gullace
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Più di 1.700 capi d’abbigliamento contraffatti, sequestrati nel lontano 2009 dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Como, saranno donati a poveri e bisognosi. Si tratta perlopiù di maglioni, completamente nuovi, in misto lana e dai colori assortiti, marchiati con nomi di celebri griffe, e poi rivenduti. I vestiti, prodotti a Caserta, erano stati scovati all’epoca in diversi garage tra Erba, Tavernerio e Albese con Cassano. Quest’ultima era considerata la centrale di smistamento dei capi, la cui contraffazione vera e propria avveniva a Cermenate e Gallarate. Adesso, a distanza di quasi sei anni, l’operazione che portò alla condanna di tredici persone, accusate di associazione per delinquere, si è trasformata in un’opera di beneficenza.

I capi, infatti, non avevano l’obbligo di distruzione, non essendo ancora completamente falsificati. Per questo, la Dda di Milano, su richiesta della Polizia, ha donato gli abiti all’Opera Don Guanella di Como, la quale provvederà a distribuirli ad anziani, persone senza fissa dimora, profughi e bisognosi. La merce sequestrata, avente valore complessivo di oltre un milione di euro, era di ottima qualità, certificata dalla stessa Camera di Commercio, che ne ha confermato la composizione riportata sulle etichette, al fine di verificare che non ci fossero tossicità nei filati. Adesso che il procedimento penale si è concluso in ogni sua fase, il direttore della Casa della Divina provvidenza don Davide Patuelli, che ha provveduto a ritirare i vestiti, ha così dichiarato, entusiasta: "Noi non diamo soldi alle persone a cui prestiamo aiuto, ma cibo e abiti. Abbiamo un centinaio di anziani, circa quaranta minori, una rete di senza fissa dimora e due gruppi di profughi, che abbiamo accolto tra Como e Sormano. Solitamente le donazioni di abbigliamento riguardano capi dismessi: ricevere un tale quantitativo di abiti nuovi non ci era mai successo".

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