Como Calcio: l’ex presidente e il suo vice arrestati per bancarotta fraudalenta
Bancarotta fraudolenta. Con questa accusa l'ex presidente del Como Calcio (che attualmente milita in serie D), e il suo braccio destro sono finiti agli arresti domiciliari per il fallimento della squadra di calcio della città lombarda, avvenuto nell'estate 2016. Il provvedimento cautelare è stato notificato agli interessati questa mattina dalla guardia di finanza, assieme ad un ordine di perquisizione. Le fiamme gialle hanno passato al setaccio le abitazione degli indagati e il loro uffici. Al registro degli indagati risultano iscritti anche due ex soci della società Calcio Como Srl, ma da quanto si apprende non sono stati raggiunti da dispositivi di custodia cautelare.
Secondo gli inquirenti i due avrebbero portato a termine una serie di operazioni prosciugando le casse della società sportiva a loro vantaggio, come nel caso della cessione di un centro sportivo a un'altra società di loro proprietà. Nonostante avessero dilapidato il capitale sociale inoltre gli indagati non avrebbero agito di conseguenza, continuando ad aggravare lo stato d'insolvenza della società. Inoltre sistematicamente avrebbero evaso il fisco.
L'accusa per l'ex presidente e il suo ex vice sono di "bancarotta per distrazione e dissipazione oltre che di bancarotta preferenziale". I due avrebbero costituito, "attraverso la srl Calcio Como, un'ipoteca volontaria, in favore della controllante S3C, sul centro sportivo Mario Beretta per un valore di 900mila euro a garanzia di un mutuo fondiario di 600mila euro concesso dalla BCC di Alzate Brianza, cedendo poi alla controllante S3C il medesimo complesso immobiliare per un corrispettivo di 3 milioni e 200mila euro e contestuale rinuncia all'ipoteca legale sui crediti vantati dalla cedente".