Combattimenti clandestini tra cani: sotto accusa un veterinario milanese

Nel pomeriggio di ieri, una ventina di animalisti si sono riuniti per protestare davanti allo studio di un veterinario, in via Chiesa Rossa a Milano, accusato di maltrattamento degli animali. Il caso, venuto a galla grazie ad un servizio di Striscia la Notizia, ha mosso diverse decine di persone, tutte appartenenti all’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali che lavora da più di 140 anni in Italia per la tutela dei diritti di tutti gli animali, senza distinzione di razza o specie che dà rifugio, cibo e cure a migliaia di animali ogni anno attraverso più di 130 Sedi in cui operano circa 1700 volontari che gestiscono 64 strutture di ricovero per randagi o selvatici, scagliatesi contro l’uomo dopo aver scoperto che questo addestrava dei cani, in particolare dei dogo argentini, per degli incontri clandestini.
La protesta ha però visto schierati anche alcuni clienti del veterinario, i quali ne hanno preso le difese. Sarebbe stata una ripresa amatoriale ad incastrare l’uomo, nel quale oltre a vedersi tre dogo combattere contro un cinghiale, si vede il veterinario fornire dettate indicazioni ai proprietari dei cani su come svezzare gli animali per trasformarli in vere e proprie bestie da combattimento.Durante la protesta, terminata intorno alle ora 19.30, a garanzia e tutela dell’incolumità ci sono stati gli occhi vigili della Digos, che hanno fatto sì che le due fazioni non venissero mai a contatto e che quindi la cosa non sfociasse in un dramma. Il codice penale oggi punisce quanti organizzino combattimenti clandestini o comunque competizioni non autorizzate, con il carcere da due a quattro anni, nonché con una multa da 25mila a 100mila euro. Ma non solo: sono infatti anche punti i proprietari degli animali, con il carcere da uno a tre anni e una multa da 20mila a 80mila euro, e anche per quanti effettuano scommesse, è previsto il carcere da tre mesi a due anni e multa da 5.000 a 25.000 euro.