Cologno, la vice sindaca: “Boia chi molla per esortare a non mollare, meglio fascista che comunista”
"Boia chi molla? Lo considero un'esortazione per la ripresa, come se dicessi "non mollare"". Eppure, non è la stessa cosa. Il motto fascista utilizzato dalla vice sindaca di Cologno Monzese, in provincia di Monza e Brianza, scritto su una mascherina da lei indossata, ha dato il via a numerose polemiche. La numero 2 di Cologno evidentemente non se ne è curata o, più semplicemente, non sapeva il significato del motto mussoliniano.
La vice sindaca: Non c'è alcun riferimento ad un partito. Ma il motto è riconducibile solo a Mussolini…
Ciò, comunque, non la fa pentire di quanto si vede immortalato nello scatto, perché "non c'è alcun riferimento a un periodo storico o a un partito politico, anche se il Pd ha voluto strumentalizzare la cosa", dichiara Gianfranca Tesauro. Anche in questo caso, la vice sindaca pecca di superficialità quando allude ad una totale mancanza di riferimento ad un partito politico, perché il motto è unicamente identificabile con il partito fascista. La Tesauro, comunque, ha continuato a difendersi dichiarando a Repubblica.it che quella è semplicemente una delle tante mascherine che regolarmente indossa, "di vari colori e con diversi slogan", e che solo per "combinazione era uguale a quella della cittadina venuta a trovarmi". Nello scatto, infatti, la vice sindaca sorride alla telecamera insieme ad un'altra donna.
Fascista? Meglio che comunista
La vice sindaca spiega poi che le mascherine come quella da lei indossata "girano a Cologno da più di un mese e non avevano mai dato fastidio a nessuno finora". E anche su questo ci sarebbe da interrogarsi. La Tesauro dice poi che non è la prima volta che l'accusano di essere fascista, ma che lei si ritiene "una persona democratica che ascolta tutti", come ad esempio alcune associazioni di sinistra vicine ai centri sociali, poiché reputa "lodevoli tutti i gruppi di volontariato". Insomma, per Gianfranca Tesauro, "non ha senso parlare di fascismo perché viviamo in una democrazia e tutti possono esprimere le proprie opinioni", ma in caso fosse un modo per "contrapporsi all'ideologia comunista, allora mi si chiami fascista", dice la vice sindaca, congedandosi.