Cinisello, famiglie occupano un asilo ma l’edificio non è abbandonato
Le occupazioni abusive degli edifici a Milano continuano, e dal capoluogo sconfinano fino a Cinisello Balsamo, nell'hinterland. Con qualche inconveniente. Lo scorso sabato mattina dieci famiglie senza abitazione hanno infatti occupato un ex asilo comunale, credendolo abbandonato o comunque in disuso, grazie all’aiuto di Unione inquilini e del Movimento casa e territorio. Peccato però che all'interno della struttura ci siano ancora informazioni private, documenti con dati sensibili e riservati. La scuola, insomma, non è abbandonata, ragion per cui Siria Trezzi, sindaco di Cinisello, ha chiesto a gran voce agli occupanti di liberare la struttura, senza dover procedere ad uno sgombero.
Asilo occupato a Cinisello Balsamo
Le famiglie che hanno occupato la scuola con l'appoggio dei sindacati non sembrano però intenzionate ad abbandonarla. "Abbiamo partecipato ad assemblee in Comune e avuto incontri con il sindaco Trezzi, ma non abbiamo avuto risposte per queste e altre famiglie che vivono quotidianamente il problema casa – spiegano i promotori dell’occupazione abusiva -. In assenza di una politica comunale per le emergenze siamo stati costretti ad agire entrando in questi locali comunali", hanno dichiarato i sindacati.
Anche gli occupanti additati si sono voluti difendere, invitando i cittadini di Cinisello ad aiutarli o quantomeno riflettere sulle motivazioni dell'occupazione: "Siamo una decina di famiglie, da giorni, settimane, mesi senza casa! Sfrattati dalle case in cui abitavamo perché non riuscivamo più a pagare l’affitto o il mutuo, perché abbiamo perso, o non abbiamo mai avuto, il lavoro. Siamo italiani e migranti con regolare permesso di soggiorno, cittadini, da anni, di questa città, dove sono nati i nostri figli, dove frequentano le scuole, dove abbiamo pagato le tasse. I proprietari delle case in cui abitavamo se le sono riprese, privati, cooperative, o banche che fossero. E noi oggi, in mancanza di alternative, in mancanza di un piano d’emergenza, in questa città, a seguito dello sfratto, siamo entrati nella ex-scuola di via L. Da Vinci, una struttura pubblica, da mesi inutilizzata, pur di avere un tetto sopra la testa, un luogo caldo e asciutto per dare riparo a noi stessi e ai nostri figli". L'obiettivo di sindacati e occupanti è quello di trasformare l'edificio comunale riscaldato e dotato di energia elettrica in una casa dimora d’emergenza per le famiglie sfrattate.