68 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cinisello, famiglie occupano un asilo ma l’edificio non è abbandonato

Sabato mattina dieci famiglie senza abitazione hanno occupato un ex asilo comunale a Cinisello Balsamo, credendolo abbandonato. All’interno però ci sarebbero ancora documenti e informazioni riservate. Il sindaco Siria Trezzi chiede di liberare la struttura, senza procedere a uno sgombero.
A cura di Federica Gullace
68 CONDIVISIONI
Immagine

Le occupazioni abusive degli edifici a Milano continuano, e dal capoluogo sconfinano fino a Cinisello Balsamo, nell'hinterland. Con qualche inconveniente. Lo scorso sabato mattina dieci famiglie senza abitazione hanno infatti occupato un ex asilo comunale, credendolo abbandonato o comunque in disuso, grazie all’aiuto di Unione inquilini e del Movimento casa e territorio. Peccato però che all'interno della struttura ci siano ancora informazioni private, documenti con dati sensibili e riservati. La scuola, insomma, non è abbandonata, ragion per cui Siria Trezzi, sindaco di Cinisello, ha chiesto a gran voce agli occupanti di liberare la struttura, senza dover procedere ad uno sgombero.

Asilo occupato a Cinisello Balsamo

Le famiglie che hanno occupato la scuola con l'appoggio dei sindacati non sembrano però intenzionate ad abbandonarla. "Abbiamo partecipato ad assemblee in Comune e avuto incontri con il sindaco Trezzi, ma non abbiamo avuto risposte per queste e altre famiglie che vivono quotidianamente il problema casa – spiegano i promotori dell’occupazione abusiva -. In assenza di una politica comunale per le emergenze siamo stati costretti ad agire entrando in questi locali comunali", hanno dichiarato i sindacati.

Anche gli occupanti additati si sono voluti difendere, invitando i cittadini di Cinisello ad aiutarli o quantomeno riflettere sulle motivazioni dell'occupazione: "Siamo una decina di famiglie, da giorni, settimane, mesi senza casa! Sfrattati dalle case in cui abitavamo perché non riuscivamo più a pagare l’affitto o il mutuo, perché abbiamo perso, o non abbiamo mai avuto, il lavoro. Siamo italiani e migranti con regolare permesso di soggiorno, cittadini, da anni, di questa città, dove sono nati i nostri figli, dove frequentano le scuole, dove abbiamo pagato le tasse. I proprietari delle case in cui abitavamo se le sono riprese, privati, cooperative, o banche che fossero. E noi oggi, in mancanza di alternative, in mancanza di un piano d’emergenza, in questa città, a seguito dello sfratto, siamo entrati nella ex-scuola di via L. Da Vinci, una struttura pubblica, da mesi inutilizzata, pur di avere un tetto sopra la testa, un luogo caldo e asciutto per dare riparo a noi stessi e ai nostri figli". L'obiettivo di sindacati e occupanti è quello di trasformare l'edificio comunale riscaldato e dotato di energia elettrica in una casa dimora d’emergenza per le famiglie sfrattate.

68 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views