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Cinisello, cadavere murato sotto al pavimento: l’assassino confessa sei anni dopo

Sei anni dopo la scomparsa di Antonio Deiana, è emersa la verità: l’uomo era stato ucciso a coltellate e poi murato nel pavimento di un’abitazione. Il killer ha confessato di averlo ucciso durante una lite mentre attendevano di comprare una partita di droga. Anche il fratello era stato ucciso e ritrovato sotterrato in un bosco.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Ucciso e murato sotto al pavimento: solo sei anni dopo la scomparsa, avvenuta il 20 luglio 2012, si è scoperta la verità. Antonio Deiana, svanito nel nulla sei anni esatti fa, era stato ucciso e murato all'interno di un pavimento in una palazzina al numero 12 di via Lanfranco della Pila, a Cinisello. Trentacinque chilometri lontano dal punto della scomparsa, senza che nessuno di quelli che vivono là, calpestando quotidianamente il pavimento, sapessero nullo.

Antonio Deiana era sparito il 20 luglio 2012, quando uscì dalla sua casa di Villa Guardia in sella a una Kawasaki 750 targata DA24350. Da allora nessuna notizia. Il fratello, Salvatore, era sparito a sua volta tre anni prima e ritrovato solo nel febbraio 2015, ad Oltrona San Mamete: era stato ucciso a coltellate da uomini considerati vicini alla ‘ndrangheta, e sepolto nel bosco. L'anno prima, nel 2014, uomini delle cosche legati al boss Luciano Nocera avevano ucciso anche Ernesto Albanese, a Guanzate. Era giugno, fu ucciso e sepolto nel cortile di una villetta dove, poche ore dopo, si tenne anche una grigliata per "festeggiare" l'omicidio.

A far emergere la verità è stato uno degli abitanti del palazzo, arrestato con l'accusa di omicidio ed occultamento di cadavere: Luca Sanfilippo, trentasette anni, originario della provincia di Caltanissetta. Ha confessato, permettendo il recupero del corpo che, comunque, dopo sei anni di sepoltura all'interno di un pavimento, appare essere piuttosto difficile. Le ossa sono state quasi bruciate dalla calce, ma il DNA chiarirà ogni dubbio, sebbene la confessione di Sanfilippo lascia poco spazio ad altre ipotesi.

Stando a quanto detto dal killer, lui e la vittima avevano appuntamento con un'altra persona per comprare una partita di cocaina. Poi però sarebbe nata una discussione, culminata con il killer che lo avrebbe ucciso a coltellate. A quel punto, la decisione di far sparire il cadavere murandolo sotto il pavimento, dopo avergli tolto i vestiti, bruciati altrove. Proprio da qui sono partite le indagini: un altro arrestato, di "poco conto", aveva confidato ad un ispettore di aver aiutato un uomo, sei anni prima, a bruciare i vestiti di una vittima di omicidio. E così si è iniziato ad indagare a ritroso, fino a piazzare le microspie in casa di Sanfilippo, che viveva proprio nella palazzina dove era stato murato il corpo. E così si è risolto il mistero, sei anni dopo la scomparsa di Deiana.

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