Chi era Andrea Vizzi, il carabiniere morto a Milano durante un’esercitazione
Non si placano le polemiche per la morte di Andrea Vizzi, il carabiniere rimasto ucciso da un colpo di pistola partito accidentalmente da un suo collega durante un'esercitazione. Tante le domande ancora in attesa di una risposta: per ora, quel che è certo è che il collega di Vizzi verrà a breve iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Un atto dovuto, per permettere agli inquirenti di indagare soprattutto sull'arma che doveva essere scarica durante l'esercitazione e dalla quale invece è partito il colpo fatale che ha ucciso il trentatreenne pugliese.
"Andrea Vizzi era impegnato in un'operazione di addestramento in cui interpretava il ruolo dell'aggressore", hanno spiegato alcuni colleghi di Vizzi, "era uno scenario con un soggetto con problemi psichici armato di coltello. Si è trattato certamente di un incidente. Avrebbe dovuto essere un addestramento ‘in bianco', ovvero con le armi scariche. Evidentemente qualcosa non ha funzionato nella catena dello scaricamento del fucile M12", hanno spiegato. E proprio su questo punto che si concentreranno le indagini.
Chi era il giovane appuntato
Andrea Vizzi, l'appuntato di trentatreenne rimasto ucciso lunedì dodici febbraio, era originario di Corigliano d'Otranto, in provincia di Lecce. Entrato nell'Arma dei Carabinieri nel 2006, aveva frequentato la Scuola Allievi di Reggio Calabria prima di essere destinato, come primo incarico, alla Stazione di Bovolone, in provincia di Verona. Qui era rimasto per otto anni, prima di passare alla Stazione di Arese, nel milanese, e successivamente, dopo aver partecipato ad un corso formativo, all'Aliquota di Pronto Intervento del Nucleo Radiomobile di Milano.
"Dotato di estrema cordialità egli in poco tempo era riuscito caparbiamente a superare le inevitabili lacune professionali, dovute alla poca esperienza, ponendosi quale costante punto di riferimento per tutti i colleghi del Comando Carabinieri di Bovolone", il ricordo dei colleghi scaligeri, che hanno diffuso una nota di cordoglio dopo la sua scomparsa, "Era dotato di un ottimo acume investigativo e di una notevole capacità di analisi dei fenomeni delinquenziali che lo supportavano positivamente nell'espletamento dei servizi perlustrativi e di polizia giudiziaria. Una grave perdita", prosegue la nota, "per tanti, amici e familiari, ma non solo: i colleghi che si sono trovati a collaborare con lui lo ricordano con molto affetto. Vizzi era apprezzato da tutti per la passione e dedizione con cui esercitava ogni giorno la sua professione. Un generoso servitore dello Stato che ha lasciato nel cuore di chi lo ha incontrato un bellissimo ricordo".