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Chef Rubio contro Matteo Salvini: “Magnamo alla faccia tua. Nessuno è illegale, e l’Italia è de chi la calpesta”

Chef Rubio, chef e volto noto della tv, era a Milano per collaborare alla preparazione di un banchetto affianco alle cuoche siriane del progetto Za’atar. In un post pubblicato su Facebook ha fatto riferimento al ministro degli Interni Matteo Salvini: “Ho detto che forse saresti passato e porelle t’avevano lasciato pure un piatto da parte. Alla fine se lo semo magnato noi alla faccia tua”.
A cura di Enrico Tata
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Chef Rubio, il popolare chef romano e volto noto della tv, è stato a Milano per collaborare alla preparazione di un banchetto affianco alle cuoche siriane del progetto Za'atar. In un post su Facebook il cuoco ha parlato anche del ministro degli Interni Matteo Salvini:

Guarda che situa che t’amo acchittato ieri sera a Milano vicino casa tua. Beccate ste cuoche siriane: ho detto che forse saresti passato e porelle t’avevano lasciato pure un piatto da parte. Alla fine se lo semo magnato noi alla faccia tua, passando una splendida serata. Grazie a tutti i presenti, a chi ha reso possibile l’incontro e chi continua quotidianamente a schivare come un pugile alle corde ignoranza, razzismo e xenofobia. Nessuno è illegale, e l’Italia è de chi la calpesta.

Za’atar, si legge sul sito dello chef, è un progetto creato dalla cooperativa sociale A.C.C.E.S.SO., acronimo di Agenzia stampa di Comunicazione per i Consumi Etici Sociali e Solidali. L’obiettivo di Za’atar è trasmettere nuove competenze e agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro di donne che hanno difficoltà di inserimento nel tessuto sociale per motivi linguistici e di isolamento culturale. Il cibo, per le donne migranti e rifugiate, rappresenta un mezzo di espressione e condivisione della loro cultura, utile a sviluppare o consolidare la loro capacità di comunicazione e di accesso e conseguente reinserimento nel mondo del lavoro. Cucinare è sempre un atto di generosità, un’opportunità di facilitazione linguistica e relazionale, oltre che un’occasione lavorativa. Il cibo è conoscenza, integrazione e realizzazione personale.Beneficiarie dirette del progetto sono donne migranti, e rifugiate o titolari di protezione internazionale.

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