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Centro commerciale Arese, 26enne assunto in prova e poi licenziato: “Noi giovani sfruttati”

Giacomo Marini è un ragazzo di 26 anni assunto in un negozio del centro commerciale “Il Centro” di Arese e poi licenziato poco prima del periodo di prova. Come lui, tanti altri giovani condividono quella che Giacomo ritiene un’ingiustizia. Per questo il ragazzo ha creato una pagina Facebook “Shopping a che prezzo” per raccogliere testimonianze e creare una rete di aiuto.
A cura di F.L.
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Assunto al centro commerciale "Il centro" di Arese e poi lasciato a casa poco prima della fine del periodo di prova, nonostante nessun richiamo né negligenza. È il destino di Giacomo Marini, 26enne di Paderno Dugnano, vicino Milano. Ed è quello di tanti giovani che come lui credevano di essersi sistemati dopo aver firmato un contratto per lavorare nel centro commerciale più grande d'Europa, salvo poi doversi ricredere quando sono stati licenziati. In 12 condividono la stessa sorte: licenziati a pochi giorno dalla fine del periodo di prova. Ma Giacomo ha deciso di ribellarsi a quella che considera un'ingiustizia, di non stare zitto. E ha così raccontato la sua storia.

La manifestazione contro il precariato ad Arese dello scorso primo maggio (Archivio)
La manifestazione contro il precariato ad Arese dello scorso primo maggio (Archivio)

Al quotidiano Il Giorno il 26enne Marini, figlio di commercianti, ha spiegato nel dettaglio quanto gli è successo. Assunto da H&M lo scorso 14 aprile, quando "Il centro" ha aperto i battenti tra una folla entusiasta, aveva un contratto di sei mesi che è stato però interrotto unilateralmente lo scorso 26 maggio: "Mancato superamento del periodo di prova", è la motivazione che hanno addotto i datori di lavoro. Quando però Giacomo ha chiesto il perché, nessuno gli ha voluto rispondere. Lui non ha firmato la lettera di licenziamento: poi, quando un legale non gli ha dato speranze sul suo contratto, ha deciso di raccontare la sua storia (e quella di tanti altri giovani come lui) attraverso un blog e una pagina Facebook: "Shopping a che prezzo", dove vuole raccogliere le testimonianze e i racconti di chi "vive ingiustizie lavorative simili" e creare una rete di aiuto.

Giacomo spiega che il clima che si respirava all'interno del negozio era già pesante dopo pochi giorni: "Ti chiedevano di dare il massimo, io ci ho messo l’anima, ma dopo pochi giorni era chiaro che solo alcuni avrebbero superato i 60 giorni di effettivo lavoro e ottenuto un contratto. Si viveva con il terrore: prima o poi sarebbe toccato anche a te sentire il tuo nome agli altoparlanti". Esperienze che il segretario della Filcams Marco Beretta conosce bene: "Nei centri commerciali assistiamo a un uso disinvolto dei voucher lavoro e dei contratti a chiamata. Moderne ingiustizie, il lavoro a tempo pieno non esiste più. La struttura di Arese rischia di essere anche il centro più grande della precarietà".

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