Castano Primo, marito e moglie di 100 e 93 anni separati dal Covid: si riabbracciano dopo 101 giorni
Centouno giorni dopo, finalmente, marito e moglie si sono potuti riabbracciare. Centouno giorni lontani a causa dell'emergenza Coronavirus che li ha costretti a restare separati per stare al sicuro. Questa la storia a lieto fine che riguarda Guido Stangalini, di cento anni, e la consorte Maria Pagani, 93enne. I due, originari di Castano Primo, paese in provincia di Milano, sono insieme da 70 anni. E così, il sindaco della cittadina nel Milanese, Giuseppe Pignatiello, ha raccontato su Facebook che "a causa delle difficoltà di deambulazione di Guido all'inizio dell'anno i coniugi avevano deciso di andare a vivere nella casa di riposo Don Guanella del paese e il primo a trasferirsi a febbraio era stato proprio Guido".
Dovevano vivere insieme nella Rsa, poi la pandemia Covid li ha divisi
La moglie avrebbe dovuto raggiungerlo qualche giorno dopo, ma l'esplosione della pandemia in Lombardia ha bloccato le Rsa e il resto delle strutture, chiudendo le loro porte ai visitatori. Il racconto del sindaco di Castano Primo, che conosce bene la coppia, si concentra poi sulla relazione tra Maria e Guido che "sono una di quelle coppie d'altri tempi, che fa tutto insieme". E durante la sua permanenza serrata nella casa di riposo, Guido ha chiesto tutti i giorni di poter vedere almeno un'ultima volta Maria, per salutarla. Fino a quando il suo desiderio non è stato realizzato, immortalato nella foto di Diego Colombo.
I due si sono riabbracciati lasciandosi andare ad un pianto liberatorio
Maria ha raggiunto il marito, costretto su una sedia a rotelle, affrettando il passo una volta notato dove fosse e, abbassandosi la mascherina, l'ha preso a sé baciandogli la testa. Poi, entrambi, si sono lasciati andare ad un pianto liberatorio. "Ancora con le lacrime agli occhi, i coniugi si sono trasferiti nel salone per iniziare questa nuova fase di vita insieme promettendosi di non separarsi mai più", ha scritto su Facebook il sindaco Pignatiello, che ha poi concluso: "Ho deciso di raccontare le lacrime di gioia di Guido e Maria perché, anche se non hanno vissuto la sofferenza della malattia, sono le stesse di tutte le persone che, come loro, sono state costrette in questi mesi difficili ad un distacco forzato dai propri cari".