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Caso di razzismo alla discoteca Costez-Nikita, l’agenzia di security sospende il buttafuori

L’agenzia di security che presta servizio all’interno della discoteca Costez-Nikita di Grumello del Monte (Bergamo) ha sospeso, in via precauzionale, il buttafuori accusato di discriminazione razziale nei confronti di alcuni ragazzi. Lo scorso 4 gennaio l’uomo si sarebbe rifiutato di far entrare nel locale i tre per il colore della loro pelle. In una nota la società ha sottolineato che “mai prima d’ora era stata coinvolta in vicende come questa”. A Fanpage.it il legale dell’agenzia ha smentito l’interruzione del rapporto tra la società e la discoteca, sostenendo comunque che “la versione del dipendente differisce di molto da quella emersa”.
A cura di Filippo M. Capra
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Anche l'agenzia di sicurezza che presta i suoi servizi all'interno della discoteca Nikita-Costez di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, prende le distanze dal presunto comportamento razzista di un suo dipendente contestato qualche giorno fa da una cliente del locale notturno. In una nota, tale agenzia riferisce di aver "sospeso il dipendente dal servizio al locale, in attesa che sia fatta chiarezza sull'intera questione", come confermato a Fanpage.it dal legale dell'agenzia stessa, l'avvocato Gaetana Roccia. Ma facciamo un passo indietro, cosa è successo alla discoteca in questione?

La nota dell'agenzia di sicurezza: condanniamo ogni tipo di discriminazione

Secondo una denuncia via social di una cliente del locale, la sera del 4 gennaio scorso, lei e un paio di suoi amici sarebbero stati respinti all'ingresso da un addetto alla sicurezza. Il motivo, spiegato dalla ragazza, sarebbe stato di natura razzista. Secondo la giovane, il buttafuori avrebbe caldeggiato l'allontanamento del gruppo poiché la musica proposta quella sera non sarebbe stata congeniale all'etnia dei tre ragazzi, tutti stranieri. Una volta scoppiato il caso, la discoteca Nikita-Costez ha diramato un comunicato stampa in cui prendeva le distanze dal presunto gesto, dichiarando di aver sospeso i rapporti con l'agenzia di sicurezza. Questa, oggi, ha diramato a sua volta una nota in cui ha voluto puntualizzare di non riconoscersi in alcuna maniera nel comportamento, tutto da verificare, del suo dipendente, sospendendolo momentaneamente dal servizio.

"La società che gestisce il servizio di sicurezza presso il locale notturno Nikita-Costez ritiene doveroso, a fronte anche della risonanza mediatica della vicenda, prendere posizione rispetto all’episodio del 4 gennaio scorso, che l’ha vista indirettamente coinvolta, di presunta discriminazione razziale all’ingresso del club. La società tiene anzitutto a precisare che condanna ogni tipo di discriminazione, in generale, e quella basata sulla razza, in particolare e che il razzismo è un pensiero che non tollera e che non le appartiene. La società difatti vanta di avere alle proprie dipendenze persone di diverse etnie e, nonostante svolga l’attività da oltre 10 anni in numerosissimi locali del nord e del centro Italia, mai prima d’ora era stata coinvolta in vicende come questa. In attesa che sia fatta chiarezza sull’intera questione, la società ha comunque sospeso il dipendente dal servizio al locale".

Le parole dell'avvocato difensore dell'agenzia: il dipendente ha una versione molto diversa

Fanpage.it ha contattato la dottoressa Gaetana Roccia per capire come si evolverà ora la situazione: "In questo momento il dipendente è stato sospeso dal servizio al locale, più in generale vi è una sospensione che è regolata dal ‘termine a difesa', ovvero un periodo entro il quale il dipendente può fornire ufficialmente la sua versione dei fatti per difendersi dalle accuse". Il buttafuori in questione, stando a quanto riferito dal legale, "informalmente, ha dato una versione che differisce di molto da quella che è emersa". A differenza di quanto comunicato dal locale, infine, l'avvocato ha poi precisato che "il rapporto di lavoro con la discoteca continua, perché la società che rappresento non è mai rimasta coinvolta in un episodio simile. Se verrà accertata la colpevolezza del dipendente – ha concluso il legale – in quel caso sarà lui a pagare".

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