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Caso Bozzoli, la Procura deposita nuovi atti: udienza rinviata al 29 ottobre

Tutto rinviato nell’udienza preliminare sul caso Bozzoli che vede imputato Giacomo Bozzoli, nipote dell’imprenditore Mario scomparso l’8 ottobre 2015: l’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e di distruzione di cadavere. La procura ha depositato nuovi atti e per questo l’udienza è slittata al prossimo 29 ottobre.
A cura di Chiara Ammendola
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Tutto rinviato nella prima udienza preliminare sul caso della scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli e che vede indagato il nipote Giacomo Bozzoli. L'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere e la procura di Brescia ha chiesto per lui il rinvio a giudizio. Questo pomeriggio il gup avrebbe dovuto pronunciarsi sull'eventuale processo ai suoi danni ma la Procura ha depositato nuovi atti di indagine e la difesa ha chiesto tempo per valutare. Per questo l'udienza preliminare è stata rinviata al 29 ottobre. Giacomo Bozzoli non era presente in aula mentre era al completo – moglie e due figli – la famiglia dello scomparso.

Giacomo Bozzoli non era presente in aula

Lo scorso 7 giugno gli investigatori avevano interrogato due persone, Oscar Maggi, operaio della fonderia, e la moglie di Aboagye Akwasi il lavoratore di origine ghanese presente in fabbrica la sera della scomparsa di Bozzoli. La posizione del primo, indagato insieme all'altro operaio per favoreggiamento è stata poi rivalutata tanto che la procura di Brescia lo scorso marzo ne ha chiesto l'archiviazione. Non è chiaro in merito a cosa sia stato nuovamente ascoltato. Intanto Giacomo Bozzoli che resta l'unico indagato per la scomparsa dello zio continua a professare la sua innocenza: sono diversi gli indizi però che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Secondo gli inquirenti infatti sarebbe stato lui ideare e mettere in atto l'omicidio di Mario Bozzoli, mosso da un'acredine accumulatasi per questioni lavorative dopo la decisione di voler aprire un'azienda, tutt'ora in funzione, che si sarebbe di fatto messa in competizione con quella dello zio.

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