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Caso Bozzoli, il pg: “L’imprenditore è stato ucciso dai nipoti e il cadavere messo in un sacco”

Secondo il procuratore generale Pierluigi Maria Dell’Osso l’imprenditore Mario Bozzoli sarebbe stato ucciso la sera della sua scomparsa, nella sua stessa azienda e il suo corpo messo in un sacco e poi fatto sparire. È questa la conclusione delle indagini durate quattro anni sulla scomparsa del 50enne bresciano avvenuta nell’ottobre del 2015. Gli autori dell’omicidio sarebbero i nipoti dell’uomo.
A cura di Chiara Ammendola
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L'imprenditore Mario Bozzoli e l'azienda dalla quale è scomparso
L'imprenditore Mario Bozzoli e l'azienda dalla quale è scomparso

L'imprenditore Mario Bozzoli sarebbe morto la sera della sua scomparsa, ucciso nella zona degli spogliatoi della sua azienda, e poi il suo corpo sarebbe stato fatto sparire dagli stessi assassini che lo avrebbero messo in un sacco, uno dei tanti per le scorie, per poi portarlo via. È questa l'ipotesi avanza dal procuratore generale Pierluigi Maria Dell'Osso che ha coordinato le indagini sulla scomparsa dell'imprenditore svanito nel nulla l'8 ottobre 2015 a Brescia. Alla stampa Dell'Osso ha spiegato in una lunga conferenza stampa che quello di Bozzoli potrebbe essere a tutti gli effetti un omicidio premeditato avvenuto per mano dei nipoti dell'uomo, Giacomo e Alessandro Bozzoli, che però si sono sempre proclamati innocenti. Un'ipotesi che però al momento non troverebbe riscontro in elementi probatori: aldilà delle evidenze "tecniche" infatti, raccolte in quattro anni di indagini, non ci sarebbero prove concrete in particolare in riferimento al corpo di Mario Bozzoli che non è stato mai trovato.

Chiesto il rinvio a giudizio per gli operai e per i due nipoti di Bozzoli

Si tratta di un processo indiziario non facile, ha spiegato Dell'Osso: a sostenere però l'ipotesi del procuratore generale ci sarebbe tra i vari elementi il movente del presunto omicidio che risiede in passati screzi familiari poi diventati per gli assassini insuperabili. E poi la testimonianza della ex fidanzata di uno dei nipoti, Alex, che aveva raccontato agli inquirenti poco dopo la scomparsa di Bozzoli quanto Giacomo fosse ossessionato dallo zio, tanto da avere un piano per ucciderlo e anche per costruirsi un alibi. E ancora lo strano caso delle telecamere che qualche giorno prima erano state spostate finendo per inquadrare un luogo lontano dall'entrata e quindi poco utile a eventuali controlli. Al momento l'unica certezza però resta la chiusura delle indagini nei giorni scorsi che hanno portato alle accuse di omicidio volontario premeditato e distruzione di cadavere per i due nipoti di Bozzoli, e di favoreggiamento a carico dei due operai della fonderia Oscar Maggi e Akwasi Aboagye. Sono tutti e quattro indagati a piede libero e hanno 20 giorni di tempo per decidere se farsi o meno ascoltare.

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