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Caso Antinori, il perito: “L’infermiera non firmò il consenso al prelievo di ovociti”

Non è dell’infermiera spagnola la firma sui moduli per l’assenso al prelievo di ovociti. Il noto ginecologo Severino Antinori, accusato di aver prelevato otto gameti alla 24enne.
A cura di Enrico Tata
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La firma sui moduli per l'assenso al prelievo di ovociti non è dell'infermiera spagnola. Questo rivelano i risultati della perizia grafologica disposta dal Tribunale di Milano per far luce sul caso che coinvolge il noto ginecologo Severino Antinori, accusato di aver prelevato otto gameti all'infermiera 24enne contro la volontà della ragazza nella clinica Matris di Milano.

Secondo il perito del tribunale la ragazza non avrebbe dato il consenso all'intervento del 5 aprile 2016. L'esperto ha accertato che le firme sui moduli non sono le sue e ora dovrà cercare di capire chi abbia firmato al suo posto per confermare l'operazione.

Antinori durante il processo: "Mi obbligò a fare sesso". Opposta la versione dell'infermiera

Il professor Antinori durante il processo ha raccontato di essere stato costretto dalla ragazza a far sesso:  "Notai subito che aveva una forte attrazione per me. Mi prese per mano e mi portò nella mia camera di albergo. Lei voleva avere un rapporto. Io inizialmente rifiutai, ma lei insisteva. Così, dopo qualche ora, mi sono sentito costretto. Dopodiché l’ho mandata via dall’hotel pregandola di non richiamarmi. Per metterla sul taxi, ho dovuto chiedere aiuto alla security dell’albergo", ha detto il ginecologo davanti ai giudici. E ancora: "Una sera ero con la mia compagna di allora all’Hotel Marriot dove soggiornavo. La spagnola entrò nella mia stanza e mi ha tirato giù i pantaloni. Io ero infuriato. Poi mi accorsi che mi erano spariti un orologio Rolex e 700 euro. Lei era molto attratta dai Rolex. E aveva bisogno di soldi, mi chiedeva sempre denaro. Una volta mi supplicò, spiegandomi che sua madre stava morendo. Le diedi 2.000 euro".

Opposta la versione della ragazza: "Antinori mi abbracciò e mi chiese di fare sesso con lui, io gli risposi che era più vecchio di mio padre e che non volevo farlo". Imputati sono il medico romano e altre quattro persone, accusate a vario titolo di rapina, violenza privata e lesioni.

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