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Cartello shock agenzia interinale: “Non assumiamo indiani finché non liberate i due marò”

“Questa azienda non assumerà personale di nazionalità indiana finché i nostri soldati non verranno liberati”, questo il cartello appeso fuori un’agenzia di collocamento a Lecco. Il riferimento è Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò detenuti in India con l’accusa di omicidio.
A cura di Valerio Renzi
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Un cartello con la foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di marina detenuti in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori durante un servizio antipirateria, è appeso fuori un'agenzia di collocamento a Lecco. A corredare l'immagine dei due soldati, la cui vicenda è diventata ormai un caso internazionale, la scritta "Liberate i nostri militari" e poi quella frase che sta facendo discutere: "Questa azienda non assumerà personale di nazionalità indiana finché i nostri soldati non verranno liberati".

Come se non assumere cittadini indiani possa in qualche modo giovare ai due marò italiani. L'ennesima azione di "boicottaggio" e protesta spontanea, nata dalla grande campagna politica e mediatica messa in atto per la liberazione dei due militari, e che sfocia nella discriminazione.

La vicenda di Latorre e Girone era già finita alla ribalta a Lecco nel 2014, quando l'ormai ex presidente della Provincia Daniele Nava aveva bloccato la richiesta di una casa di produzione indiana, di girare alcune scene di un film a Villa Monastero di Varenna, proprio in rappresaglia alla detenzione dei soldati italiani.

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