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Cartelli stradali anti-Islam, multato il Comune di Pontoglio: “Discriminazione collettiva”

Il Comune di Pontoglio (Brescia) è stato condannato a pagare una multa di cinquemila euro per i cartelli stradali “anti-Islam” installati alla fine del 2015 su diverse strade d’accesso al paese. Nei cartelli era scritto: “Pontoglio è un paese a cultura occidentale di profonda tradizione cristiana, chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”. Per il giudice è una “discriminazione collettiva”.
A cura di F.L.
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Il cartello di ingresso a Pontoglio (Facebook)
Il cartello di ingresso a Pontoglio (Facebook)

Avevano sollevato molte polemiche. E adesso, per i cartelli stradali "anti-Islam" apparsi nel comune bresciano di Pontoglio, l'amministrazione comunale dovrà anche pagare una multa di cinquemila euro. Soldi che verseranno in ultima istanza i suoi cittadini. Il tribunale di Brescia ha dato ragione alle due associazioni che avevano denunciato il sindaco Alessandro Seghezzi e tutta la giunta per l'installazione di cartelli a sfondo marrone apposti in diversi luoghi all'ingresso del paese: "Pontoglio è un paese a cultura occidentale di profonda tradizione cristiana, chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene".

Il giudice della terza sezione civile del tribunale di Brescia Andrea Tinelli ha condannato il Comune per "discriminazione collettiva", ritenendo i cartelli sia contrari al Codice della strada sia discriminatori "per motivi religiosi ed etnici". Gli avvocati delle due onlus che avevano presentato ricorso, la Fondazione Guido Piccini e l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) avevano sottolineato come i cartelli violassero i principi della libertà di culto e della laicità dello Stato fissati dalla nostra Costituzione. Il giudice ha dato loro ragione: l'appartenenza alla "tradizione cristiana" non può esser usato da un ente pubblico per condizionare (come indicava l'ultima parte del messaggio) chi non si riconosce in quella fede o tradizione. È dunque in particolare l'ultima parte del messaggio quella che è stata "censurata" dal giudice.

Poco importa che il Comune di Pontoglio abbia fatto presente nella scorsa udienza dell'8 luglio di aver rimosso le scritte (ottemperando a una richiesta del ministero dei Trasporti): adesso dovrà pagare la multa.

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