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Carte di credito clonate e prostituzione: sgominata organizzazione criminale, 12 arresti

La polizia di Stato ha sgominato un’organizzazione criminale che operava tra Italia e Romania ed era dedita alla clonazione di carte di credito e allo sfruttamento della prostituzione. In totale sono 26 gli indagati: per 12 il gip di Monza ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Scoperta anche una rete di esercenti compiacenti tra Milano e Monza.
A cura di F.L.
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Ventisei indagati e 12 custodie cautelari in carcere. Questi i numeri di una vasta operazione della polizia di Stato e della polizia postale contro un'organizzazione criminale che clonava carte di credito su vasta scala tra Italia e Romania. Le indagini sono state condotte in tutta Europa, grazie al supporto dell'Europol. L'attività di cooperazione internazionale ha permesso di raccogliere decisivi elementi probatori contro il gruppo criminale, conducendo operazioni contestuali in Italia e in Romania.

Tutte le operazioni si sono svolte sotto il coordinamento della polizia postale. Titolare delle indagini la procura di Monza, dal momento  è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale brianzolo a emettere le dodici misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 dei 26 indagati.

Il ruolo principale nell'organizzazione criminale era quello rivestito da un cittadino romeno, ritenuto una sorta di "padrino": è a lui infatti che altri connazionali presenti in Romania, in Germania e nel Regno Unito si rivolgevano per dirimere e autorizzare affari criminali. Dalle indagini a suo carico si è poi delineata la struttura dell'organizzazione criminale.

Scoperta una rete di esercenti compiacenti

Il gruppo clonava carte di pagamento emesse da banche delle Isole Cayman, Cina, Panama, Giappone, Svizzera, Olanda, Regno Unito, Francia, Perù e Stati Uniti. Per acquisire i dati delle ignare vittime proprietario delle carte di credito venivano utilizzati dispositivi (skimming) su sportelli bancomat e Pos. La clonazione materiale avveniva poi in una pizzeria del Milanese. Sempre tra Milano e Monza gli investigatori hanno scoperto una rete di esercenti compiacenti, che consentivano di "monetizzare" le carte di credito clonate e palesemente contraffatte.

Gli indagati comunicavano tramite "pizzini"

Il nome in codice dell'indagine è stato "pizzini telematici", dal momento che i membri dell'organizzazione usavano bigliettini di carta per comunicare tra loro, anche via webcam. Gli indagati usavano poi un vero e proprio linguaggio in codice per comunicare tra di loro: ad esempio le parole "cava", "sabbia", "grappa", indicavano banconote false. Altri termini come "maglietta", "camicia" e "biscotti" si riferivano invece alle attrezzature per la clonazione delle carte di credito, mentre altri ancora come "Giraffa ", "la piccola" e "una scopa" indicavano le prostitute. Il gruppo infatti era attivo anche nello sfruttamento della prostituzione: le ragazze venivano reclutate in Romania e poi costrette a trasferirsi in Italia ed in Svizzera per prostituirsi in locali notturni. Sette le ragazze individuate dalla polizia. Il loro guadagno veniva poi diviso a metà con gli sfruttatori, che ricavavano da questa attività in media 700 euro al giorno per ragazza.

Tutti i profitti, sia delle carte clonate sia dello sfruttamento delle prostitute, venivano poi fatti circolare a mano ed erano infine destinati verso il vertice dell'organizzazione. Nell'ambito di questo procedimento sono stati individuati alcuni prestanome che ricevevano il denaro tramite i canali di money transfer, sia in Italia sia in Romania.

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