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Carcere di Busto Arsizio: litigio tra detenuti sfocia in rivolta. Nove agenti feriti

Rissa tra due detenuti si trasforma in rivolta nel carcere di Busto Arsizio (Varese), con suppellettili divelte e un materasso dato alle fiamme. Nove gli agenti contusi, uno dei quali con la mano rotta. Il direttore del penitetenziaria: “Siamo senza educatori, in queste settimane sto parlando con i sindaci del territorio per cercare di aprire percorsi per i lavori socialmente utili. L’indole violenta e la mancanza di prospettive sono alla base di episodi simili”.
A cura di Redazione Milano
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Una rissa tra due detenuti si è trasformata in una rivolta nel pomeriggio di ieri – mercoledì 26 settembre – nel carcere di Busto Arsizio in provincia di Varese. Qui due agenti della penitenziaria sono entrati in un braccio per sedare un alterco degenerato tra due dei carcerati e sono stati aggrediti da una quindicina di detenuti che hanno lanciato bombolette di gas e altri oggetto, oltre che dato fuoco a un materasso in un corridoio del penitenziario. Sono dovuti arrivare i rinforzi per riportare la situazione alla calma, ma non senza conseguenza: 9 gli agenti che si sono fatti refertare con diverse contusioni, il più grave con una mano rotta.

La denuncia arriva dal segretario del sindacato autonomo Sappe Alfonso Greco."Abbiamo colleghi in ospedale, fin quando dovremo sopportare questa situazione?, spiega ricordando che "il 2 ottobre a San Vittore ci sarà una manifestazione per protestare contro le condizioni in cui si è costretti a lavorare". La notizia della rivolta è arrivata mentre il direttore dell'istituto penitenziario, Orazio Sorrentini, si trovava nel carcere milanese di San Vittore per incontrare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

"Voglio dire grazie al personale che ha saputo gestire la cosa magistralmente, nonostante siano dieci gli agenti finiti in ospedale, colpiti dalle bombolette di gas o contusi durante le operazioni di contenimento, di cui uno sarà operato per una brutta frattura ad una mano", ha dichiarato Sorrentini per poi denunciare le condizioni difficili in cui gli operatori sono costretti a lavorare all'interno del carcere: "Siamo senza educatori, in queste settimane sto parlando con i sindaci del territorio per cercare di aprire percorsi per i lavori socialmente utili. L'indole violenta e la mancanza di prospettive sono alla base di episodi simili. La penitenziaria fa del suo meglio, solo poche settimane fa gli agenti hanno salvato un detenuto che ha tentato il suicidio".

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