Caos e lunghe code alla frontiera, la Lombardia scrive alla Svizzera: “Riaprite i valichi secondari”
Caos e code lunghissime, disagi e tempi di attesa infiniti. Con l'emergenza coronavirus il confine tra Italia e Svizzera è presidiato in modo molto più capillare, con controlli su chi entra ed esce dal territorio elvetico, mentre sono stati chiusi i valichi secondari. Una situazione che rende impossibile la vita dei frontalieri che si trovano costretti ad andare a lavorare anche durante la pandemia. Dopo le denunce sulle migliaia di italiani che sono stati licenziati a causa della crisi e dopo le richieste di garantire la sicurezza di chi invece continua a recarsi in fabbrica o in ufficio, ora è la Regione Lombardia a intervenire.
Caos frontalieri, code infinite per andare a lavorare in Svizzera
L'ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Lombardia ha scritto una lettera al presidente del Gran Consiglio del Canton Ticino, Claudio Franscella. "In virtù dei positivi rapporti di lavoro e delle numerose occasioni di collaborazione transfrontaliera, con la presente desideriamo portare alla Vostra attenzione la delicata situazione che si sta verificando in questi giorni lungo le tratte stradali a ridosso dei confini italo-svizzeri. Una conseguenza che si sta riscontrando in seguito alla riapertura delle molteplici attività economiche che insistono sul Vostro territorio. A fronte della chiusura dei valichi secondari – da Voi a suo tempo approntata al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini in ordine all’emergenza sanitaria in corso – i numerosi frontalieri, che ogni giorno superano i confini attraverso le dogane rimaste aperte, sono costretti ad affrontare lunghissime code. Una situazione che comporta notevoli disagi non solo per gli automobilisti in transito, ma anche per i residenti dei Comuni di frontiera interessati dal passaggio dei mezzi".
La Lombardia scrive al Canton Ticino: Riaprite i valichi secondari
"La limitazione degli spostamenti transfrontalieri, che sta già creando notevoli problemi viabilistici e ambientali", denuncia la lettera della Lombardia, "comporterà ancora maggiori criticità a seguito dei graduali allentamenti al lockdown previsti per le prossime settimane. Pur consapevoli della delicata situazione esistente, nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 attualmente in vigore, Vi chiediamo di valutare un piano per la riapertura dei valichi secondari tra Canton Ticino e Regione Lombardia, che faccia convergere il diritto alla salute pubblica con quello al lavoro".