Buccinasco, pedofilo terrorizza ragazzine minorenni: non potrà più usare internet

Una brutta storia di pedofilia, in cui è coinvolto un ragazzo di 28 anni. Arriva da Buccinasco, comune alle porte di Milano e a riportarla è stato Andrea Galli sul "Corriere della sera". Il giovane, italiano che non ha mai lavorato in vita sua e mantenuto da sempre dai genitori, è un maniaco seriale che adescava le ragazzine tra i 13 e i 15 anni su internet per farsi mandare in chat foto pedopornografiche che in alcuni casi ha divulgato a famigliari e compagni di classe delle giovani vittime. Una volta uscito dal carcere, dove si trova dal 2011 per la seconda volta dopo aver commesso gli stessi reati, sarà un "sorvegliato speciale" per 3 ulteriori anni, come disposto dal questore Sergio Bracco: tra le varie restrizioni che dovrà rispettare c'è anche quella di non poter navigare su internet, il suo "terreno di caccia".
Istigazione al suicidio
Il caso più triste che ha coinvolto una ragazza di 16 risale al 2012, quando quest'ultima – caduta nella trappola del maniaco – ha tentato il suicidio lanciandosi dal terzo piano della sua abitazione. Salvata per miracolo, ha riportato diverse ferite fisiche che l'hanno condotta a conseguenza gravi. Il suo modus operandi era tanto semplice quanto criminale: creava diversi profili falsi sui social nascondendosi dietro false identità, anche di genere femminili, per entrare in contatto con le future vittime mentendo su conoscenze comuni. Altre volte, invece, con i falsi profili dove impersonava delle ragazzine, chiacchierava coi fidanzatini delle sue "prede" fingendo un corteggiamento per indurli in tentazione e abbordare le giovani inviando screenshot delle conversazioni.
La detenzione in carcere
Per quanto il suo comportamento bestiale si manifestasse senza ritegno fuori dal carcere, una volta entrato in cella il giovane 28enne si è trasformato nel "detenuto modello", con atteggiamenti mai sopra le righe e il rispetto delle regole grazie ai quali gli sono stati accordati permessi premio. Purtroppo per lui, però, l'aria pulita non gli faceva bene come quella della galera, tanto che una volta, di ritorno dal permesso, gli agenti della penitenziaria trovarono nuove immagini pedopornografiche all'interno della sua cella.
La difesa
Il giovane, che ha sempre ammesso di "essere malato", ma di "non riuscire" a trattenersi, ha provato a difendersi in quell'occasione sostenendo che le foto scovate dagli agenti fossero in realtà necessarie per ottenere in cambio del cibo dagli altri detenuti. Un tentativo di mistificare ancora una volta la realtà, tanto che gli investigatori della questura hanno spiegato come "i rapporti creati dall'uomo degeneravano in una spirale manipolatoria e fortemente aggressiva", che sarebbero sfociati in pestaggi in caso le vittime non avessero soddisfatto le sue richieste.