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Brescia, rivolta nel centro di accoglienza: “Siamo senza cibo e minacciati”

Migranti in rivolta a Serle (Brescia): denunciano la scarsità di cibo e le minacce subite dai gestori del centro d’accoglienza. Il caso alzato dalla stampa locale. L’ente gestore: “Sono solo strumentalizzazioni”.
A cura di Valerio Renzi
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Denunciano soprusi e addirittura di essere lasciati senza cibo i 36 ospiti di un centro di accoglienza a Serle, comune in provincia di Brescia. Una situazione esplosivo, sfociata da ieri in una vera e propria rivolta contro "Medica", la società che gestisce il centro.

"Non mangiamo", "dobbiamo contribuire a pagare una bolletta di 370 euro e veniamo minacciati se proviamo a dire qualcosa alla polizia", questi i racconti dei migranti al Giornale di Brescia. Ai giornalisti della testate locale fanno ascoltare le registrazioni degli insulti. Inoltre la struttura sarebbe sovraffollata, essendo autorizzata ad ospitare 23 persone.

Respingono tutte le accuse in blocco i responsabili del centro, che dal 1 agosto non gestirà comunque la struttura, parlando di "strumentalizzazioni". Anche il sindaco di Serle, Paolo Bonvicini, si è interessato alla vicenda, segnalando la situazione alla prefettura di Brescia

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