Brescia, il giudice blocca l’esproprio dell’azienda dell’imprenditore monzese Bramini

È stato bloccato dal tribunale di Brescia l'esproprio dell'azienda dell'imprenditore Sergio Bramini che aveva dichiarato il fallimento nonostante un credito di 4 milioni che lo stesso aveva verso lo Stato. Una vicenda che aveva monopolizzato l'attenzione anche dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il giudice ha così accolto la richiesta del legale dell'uomo che aveva presentato una domanda di liquidazione che di fatto bloccava tutte le azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione, poiché utile al pagamento dei suoi creditori.
"È il Natale più bello della mia vita"
Ora ha quattro anni per vendere i suoi beni e ripagare così, con quanto ricavato, i suoi creditori. "Sono commosso, è una delle più belle Vigilie di Natale della mia vita – il commento di Bramini – ma ora, più di prima, voglio che venga approvata una legge a tutela di chi vive i miei stessi problemi. E sogno di ricomprare la mia casa". L'imprenditore infatti la scorsa primavera era stato anche sfrattato da casa. All'epoca dei fatti Salvini e Di Maio non ancora stati eletti, si schierarono con Bramini, e una volta saliti al governo lo hanno nominato consulente del Ministero dello Sviluppo Economico con l'obiettivo di studiare una proposta di legge ad hoc per i casi come il suo.