Brescia, accusa il papà di violentarla ma non è vero: sarà risarcito con 60.000 euro
È finito l'incubo per un uomo di 37 anni di Gavardo, comune in provincia di Brescia, accusato dalla figlia minorenne di violentarla. L'uomo è stato assolto con formula piena, e il giudice ha stabilito che lo Stato gli dovrà corrispondere 62.500 euro a titolo di risarcimento per i 358 giorni di arresti domiciliari. La decisione è stata presa dalla Corte d'Appello di Brescia. Quasi un anno trascorso tra le mura domestiche tra l'ottobre del 2016 e l'ottobre del 2017, costretto nella casa della madre a difendersi dall'accusa terribile di aver violentato la figlia, che lo aveva denunciato quando aveva 16 anni.
Per la giustizia invece l'uomo è rimasto vittima dello sconsiderato desiderio della ragazzina di vendicarsi nei suoi confronti. Il 37enne, di mestiere artigiano e per passione allenatore di calcio femminile, aveva sempre professato la sua innocenza. All'origine ci sarebbe un rapporto da sempre tormentato con la figlia, che crescendo non è riuscita a perdonargli la sua assenza per un lungo periodo e di non averla riconosciuta fin dalla nascita.
"L’ho perdonata da subito, lei invece non ancora. Questa vicenda ha stravolto la mia vita", ha raccontato l'uomo, che ha raccontato di sentire ancora addosso lo stigma e il sospetto di conoscenti e concittadini nonostante l'assoluzione con formula piena. "La somma superiore rispetto al mero calcolo aritmetico secondo cui al ricorrente spetterebbero 117,91 euro per ogni giorno di detenzione domiciliare – si legge nella sentenza dei giudici della corte d'Appello riportata dal quotidiano il Giorno. In tutto fa 42.211,78, a cui vanno aggiunti altri 20mila a risarcire i danni alla vita lavorativa e privata.