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Bimbo positivo alla tubercolosi, allarme in un asilo di Milano

Un bimbo di due anni che frequenta un asilo comunale nella periferia a sud di Milano è risultato positivo alla tubercolosi. Il piccolo è ora sotto osservazione a villa Marelli: sottoposti a esami gli altri bambini e le insegnanti.
A cura di Federica Gullace
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Dopo l’allarme salmonella, questa volta è il turno della tubercolosi: un bimbo di soli due anni, che frequenta l’asilo nido comunale di via delle Forze Armate 175, nella periferia a sud di Milano, sarebbe infatti risultato positivo alla Tbc. La tubercolosi, anche detta tisi, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di microbatteri: attacca solitamente i polmoni e può colpire anche altre parti del corpo. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse, ma, fortunatamente, solo una su dieci infezioni latenti finisce per progredire in malattia attiva. Rispetto ai casi che si contavano anni fa, la diffusione del batterio si è di gran lunga ridotta, ma rimane tuttavia presente. Proprio per tali ragioni, subito dopo i risultati positivi del piccolo, a scuola sono scattati i consueti controlli, e agli altri 30 bambini e ai sei insegnanti è stato effettuato il test di Mantoux, l’esame specifico che permette di verificare l’eventuale esposizione o meno al batterio, per assicurarsi che nessun altro sia stato contagiato. Nel frattempo il bambino è stato portato a villa Marelli, il centro specializzato nella tubercolosi a livello regionale che dipende dall’ospedale Niguarda, dov'è tutt'ora sotto osservazione.

La Asl spiegherà come comportarsi in caso di esito positivo

Dalla Asl precisano che la positività all’esame non indica comunque la presenza della malattia, ma un semplice contatto dell’organismo con il batterio. Per questo quelli che risulteranno positivi dovranno essere sottoposti a una radiografia dei polmoni, per verificare la presenza o meno delle macchie tipiche della Tbc. Solo a seguito di quest'altro riscontro saranno quindi poi soggetti alla cura vera e propria, della durata di circa sei mesi. La Asl e le insegnanti hanno già programmato degli incontri a scuola per parlare direttamente con le famiglie e spiegare loro come doversi comportare in caso di esito positivo.

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