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Bergamo, scambia peritonite per influenza e rifiuta la visita a domicilio: condannata guardia medica

Il tribunale di Bergamo ha condannato un medico a sei mesi, con la condizionale, per essersi rifiutato di visitare a domicilio una donna che aveva richiesto il suo intervento. La vicenda risale al 2014: il medico, che allora era di guardia nell’ambulatorio di Piario, sulla base di una “diagnosi” telefonica scambiò la peritonite per un comune virus gastrointestinale. La donna venne poi operata il giorno seguente.
A cura di Redazione Milano
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Sei mesi, con la condizionale: questa la pena a cui è stato condannato un medico che, nel settembre del 2014, sulla base di una "diagnosi" telefonica scambiò una peritonite per un comune virus influenzale, rifiutando di effettuare una visita a domicilio presso l'abitazione di una donna. La vicenda, riportata dai quotidiani locali "L'Eco di Bergamo" e "Bergamonews", è finita con una sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale di Bergamo: oltre ai sei mesi di reclusione (pena sospesa), per il medico "negligente" scatterà, ma solo se e quando la condanna diventerà definitiva, anche l'interdizione di sei mesi dai pubblici uffici. Solo in sede civile invece si stabilirà se il dottore dovrà risarcire l'Agenzia per la tutela della salute di Bergamo, che si è costituita parte civile e ha chiesto diecimila euro di danni.

La donna venne operata di peritonite il giorno dopo la mancata visita

La vicenda oggetto del processo si è svolta la notte dell'8 settembre del 2014: una donna di 42 anni di Castione della Presolana chiamò la guardia medica di Piario, dove era di turno il medico condannato, per via di forti dolori addominali. Il dottore si fece descrivere i sintomi dal marito della donna e stabilì che la stessa fosse vittima di un virus gastrointestinale, rifiutando di visitarla a domicilio e, a quanto pare (nella versione resa dal medico), invitando la coppia a recarsi all'ambulatorio in cui si trovava. Il marito portò invece la moglie all'ospedale di Lovere, dove i medici il giorno seguente operarono la donna per una peritonite che si sarebbe potuta rivelare anche fatale. I giudici del tribunale di Bergamo, presieduti da Bianca Maria Bianchi, hanno accolto le tesi del pubblico ministero Fabrizio Gaverini: il medico ha beneficiato delle attenuanti, essendosi tra le altre cose anche scusato con la donna.

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