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Bergamo, ragazzo di 14 anni salvato da un mini-pacemaker senza fili: è il secondo caso al mondo

Bastava un po’ di agitazione o di emozione e il suo cuore smetteva improvvisamente di battere, senza preavviso. Marco (nome di fantasia) soffriva di episodi di asistolia, con svenimenti che stavano diventando sempre più pericolosi per la sua vita. Ora il 14enne potrà fare una vita normale grazie al mini pace-maker senza fili che gli è stato impiantato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È il paziente più giovane con questo dispositivo in Italia e al mondo risulta solo un altro caso prima di lui.
A cura di Simone Gorla
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Bastava un po’ di agitazione, un’emozione più forte del solito e il suo cuore smetteva improvvisamente di battere. Marco (nome di fantasia) soffriva di episodi di asistolia, con svenimenti che stavano diventando sempre più pericolosi per la sua vita. Ora il 14enne potrà fare una vita normale grazie al pace-maker che gli è stato impiantato all'ospedale di Bergamo: il più piccolo al mondo, invisibile e senza fili. È il più giovane paziente italiano, secondo caso al mondo.

Marco soffriva di asistolia: il suo cuore smetteva di battere di colpo

Un dolore improvviso al petto e il buio, uno svenimento. Fin dall'età di 7 anni Marco si era abituato a convivere con gli "scherzi" del suo cuore. Per colpa di un disturbo che la scienza definisce asistolia soffriva di attacchi imprevedibili, senza sintomi premonitori, capaci anche di non manifestarsi per anni e poi all’improvviso ricomparire. Momenti da incubo per il ragazzino e i suoi genitori.

Nel 2016 il cuore di Marco si ferma per l'ennesima volta, poco prima si era agitato per un piccolo incidente. La sincope dura 9 secondi. I medici iniziano a parlare della possibilità di impiantare un pacemaker convenzionale, con un catetere, una sorta di filo che arriva al cuore. Il dispositivo lo avrebbe protetto dalle asistolie, togliendogli però la possibilità di vivere come tutti i suoi coetanei, di fare sport, di giocare a pallone, di sciare e molto altro ancora. Marco non vuole essere diverso dagli amici, così genitori e dottori decidono di aspettare.

Il 14enne voleva una vita normale senza fili, impedimenti e cicatrici

Tutto fila liscio per due anni, fino alla notte in cui Marco si sveglia per un forte dolore all’addome e di colpo sviene. I cardiologi (che da tempo lo monitorano con una sorta di minuscolo "registratore automatico") capiscono quello che è successo: il cuore si è fermato per 18 secondi. Per fortuna il battito è ripreso spontaneamente e in modo regolare, ma il segnale è chiaro, non si può più aspettare.

Paolo De Filippo, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca dell’Asst Papa Giovanni XXIII e la sua collega Paola Ferrari, aritmologa specializzata sulle patologie pediatriche, propongono d’intervenire. Marco non vuole fili, né impedimenti, né altre cicatrici. Viene quindi scelto un sistema di stimolazione cardiaca miniaturizzato, il più piccolo pacemaker al mondo. Una cardiocapsula, che misura meno di un decimo dei pacemaker tradizionali, invisibile e dal peso di 2 grammi. La batteria garantisce per circa una decina di anni l’emissione di impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco.

Impiantato mini pace-maker senza fili: è il paziente più giovane in Italia

“Grazie al dispositivo, che non necessita di alcun filo o elettro-catetere di connessione, è stato possibile superare una serie di problemi legati al classico pacemaker monocamerale – spiega Paolo De Filippo -. Questa tecnologia è del tutto invisibile e non invasiva”. Quando si sottopone all’intervento, Marco ha 14 anni. Non è la prima volta che un dispositivo simile viene impiantato su un paziente al Papa Giovanni XXIII. Marco però è il paziente più giovane a cui sia stato impiantato questo dispositivo in Italia e al mondo risulta solo un altro caso prima di lui. "In tutti i campi della medicina – spiega la dottoressa Ferrari – le nuove tecnologie stanno aiutando i medici e i pazienti, in particolare nell’aritmologia. Se poi parliamo di cuori piccoli come il pugno di un bimbo, tutto ciò che è “mini” può essere un “grandissimo” passo avanti".

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