Bergamo, processo per l’omicidio di Gianna del Gaudio: spuntano nuove tracce di Dna
Nuovi risvolti sulla vicenda dell'assassinio di Gianna del Gaudio, la donna di 63 anni uccisa in circostanze ancora da chiarire il 26 agosto 2016 a Seriate. Il processo presso il tribunale di Bergamo vede come unico imputato l'ex marito della donna, il 71enne Antonio Tizzani. Nel corso degli ultimi giorni sono emersi nuovi particolari in seguito alle testimonianze del tenente colonnello dei Ris di Parma Alberto Marino, che ha parlato davanti al pubblico ministero Laura Cocucci. L'ufficiale ha spiegato in aula come nella villetta di Seriate siano state rinvenute tre nuove tracce di Dna, oltre a quelle già individuate in precedenza sulla presunta arma del delitto appartenenti a Tizzani. In tutto quindi sarebbero 4 le tracce di Dna presenti all'interno dell'abitazione dove vivevano i due coniugi. Per il momento non è stato possibile ricondurre le tracce genetiche a nessuno dei profili registrati nelle banche dati del Dna nazionali della Polizia e dei Carabinieri, ma nel frattempo le indagini continuano e nuovi testimoni saranno chiamati a deporre in fase processuale.
Le testimonianze e gli ultimi dettagli sul caso
A gennaio i giudici avevano ascoltato durante l'udienza gli audio della chiamata di Antonio Tizzani al 118. L'uomo aveva invocato l'aiuto dei soccorritori poco dopo la mezzanotte del 26 agosto. "Un delinquente ha fatto male a mia moglie – avrebbe dichiarato Tizzani – è passato dal giardino la borsa è a terra. Mia moglie, non so se è ancora viva, è a terra, qualcuno l'ha ammazzata". Lunedì 11 febbraio è stata ascoltata invece Georgeta Stojan, una donna romena di 57 anni assunta come colf da Tizzani circa un anno dopo la morte della moglie. La donna ha riferito ai magistrati che si è trovata costretta a dover lasciare il lavoro per i ripetuti comportamenti aggressivi di Tizzani. Testimonianze che sicuramente non depongono in favore dell'imputato.