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Bergamo, operative le consegne a domicilio nonostante la sentenza del Tar: “Non cambia nulla”

Le consegne a domicilio, nella provincia di Bergamo, restano operative nonostante la sentenza del Tar di giovedì 23 aprile, secondo cui era stata “disposta la sospensione parziale dell’ordinanza n.528 del 11 aprile 2020 di Regione Lombardia nella parte in cui consente la consegna a domicilio da parte degli operatori commerciali al dettaglio”.
A cura di Filippo M. Capra
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Le consegne a domicilio, nella provincia di Bergamo, restano operative nonostante la sentenza del Tar di giovedì 23 aprile, secondo cui era stata "disposta la sospensione parziale dell’ordinanza n.528 del 11 aprile 2020 di Regione Lombardia nella parte in cui consente la consegna a domicilio da parte degli operatori commerciali al dettaglio". A confermarlo sono Ascom Bergamo e Confesercenti che, in due note distinte, fanno sapere che "nulla è cambiato. Le consegne a domicilio restano consentite anche per i beni diversi da quelli alimentari".

Consegne garantite: Così sopravvive la categoria degli esercenti

A tale sentenza si era opposta anche la Regione Lombardia che in un comunicato aveva spiegato di "ritenere utile e necessario consentire la consegna a domicilio per dare la possibilità ai cittadini di superare alcune delle difficoltà emerse in questo periodo di restrizioni". A loro, fa eco l'assessore regionale agli Enti locali, Montagna e Piccoli comuni Massimo Sertori che ieri, venerdì 24 aprile, aveva dichiarato: "Pensiamo che il servizio da asporto si possa organizzare. Dire no a tutta la ristorazione potrebbe voler dire penalizzare persone che invece si vogliono organizzare e hanno anche necessità di riprendere le loro attività in condizioni di sicurezza". Poi, il vicedirettore di Confesercenti Bergamo, Cesare Rossi, ha spiegato che "possiamo rassicurare tutti i nostri associati che possono continuare ad effettuare le consegne, purché garantiscano l’osservanza delle misure a tutela della salute di operatori e clientela". Rossi sottolinea che vista l'emergenza sanitaria e la crisi economica in corso, "per la categoria le consegne a domicilio rappresentano una possibilità di mantenere a un livello di sopravvivenza l’attività".

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