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Bergamo, arrestato per bancarotta Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini

L’ex marito di Valeria Marini, l’imprenditore Giovanni Cottone, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Bergamo per il crac della società Maxwork. Secondo i pm Cottone e il suo socio, Massimiliano Cavaliere, entrambi ai domiciliari, avrebbero distratto fondi della società per spese a fini personali. Indagato anche l’ex questore di Bergamo, Fortunato Finolli.
A cura di F.L.
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L'ex marito di Valeria Marini, Giovanni Cottone, è stato arrestato per il crac dell'agenzia di lavoro interinale Maxwork, fallita nel giugno 2015. L'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, chiesta dai pubblici ministeri di Bergamo Maria Cristina Rota e Fabio Pelosi e firmata dal giudice per le indagini preliminari Ciro Iacomino, è stata eseguita dalle Fiamme gialle di Bergamo. Ironia della sorte, l'arresto di Cottone è avvenuto proprio mentre la sua ex moglie, Valeria Marini, entrava nella casa del Grande fratello vip per partecipare al reality televisivo.

Tra gli indagati l'ex questore di Bergamo Finolli

L'indagine che riguarda la Maxwork va avanti da diversi anni e vede otto persone indagate. Una è l'ex questore di Bergamo Fortunato Finolli, accusato di aver ricevuto regali da Cottone, suo amico, in cambio di favori: nel mirino in particolare un pranzo organizzato col direttore dell'Inps della città orobica per chiedere di dilazionare un debito contratto dalla Maxwork, oltre a "corsie preferenziali" per alcune pratiche burocratiche. Assieme a Cottone è finito ai domiciliari anche l'ex amministratore della Maxwork, Massimiliano Cavaliere. Le accuse per gli indagati sono a vario titolo di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, peculato e reati bancari e tributari.

Gli inquirenti nel corso delle indagini avrebbero scoperto un sistematico meccanismo per distrarre dalle casse della Maxwork soldi che poi venivano utilizzati a fini personali da Cottone e Cavaliere: oggetti di lusso, pernottamenti in alberghi a 5 stelle, abiti firmati. Parte dei soldi sarebbe inoltre servito a finanziare progetti imprenditoriali destinati al fallimenti. Tra questi non c'è però il discusso rilancio della Lambretta, progetto che Cottone avrebbe "offerto" al cantante Gigi D'Alessio e che sarebbe la causa dei debiti del musicista con Valeria Marini, recentemente resi noti da D'Alessio.

In totale, gli inquirenti hanno quantificato il danno all'Erario in 56 milioni di euro, oltre a una truffa all'Inps per oltre 3,5 milioni di euro frutto di versamenti mai versati "coperti" da documentazione fittizia. Il gip ha disposto il sequestro di beni per un valore di 8 milioni di euro nella disponibilità degli indagati.

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