Bergamo, abusa della figlia della compagna: la 14enne gli scatta una foto e lo fa arrestare
La prima volta che ha denunciato il suo patrigno per avere abusato di lei, la sua versione non è stata creduta. Ma la ragazzina non si è arresa. Due anni più tardi, quando l'uomo ha tentato nuovamente di violentarla, è riuscita a scattare una foto con il telefono, fornendo così la prova decisiva per incastrarlo. Si è arrivati così alla sentenza della Cassazione che ha portato all'arresto del 41enne della bassa bergamasca, accusato di violenza sessuale su minore nei confronti della figlia della sua compagna. Ora la ragazzina, la madre e la sorella più piccola sono affidate a una comunità protetta.
Fotografa il patrigno che abusa di lei: 14enne fa arrestate il suo violentatore
L'uomo è finito in manette nella giornata di ieri, giovedì 21 novembre, ed è stato trasferito nel carcere di Bergamo. Tutto ha avuto inizio due anni fa quando la ragazzina, che non ha ancora compiuto 15 anni, ha deciso di denunciare per la prima volta il patrigno. In quell'occasione la sua versione non è stata ritenuta attendibile. Ma quando l'uomo ha cercato di abusare nuovamente di lei, lo scorso mese di giugno, la vittima ha agito con estrema lucidità, scattando una foto col telefonino che sarà determinante per riuscire a incastrare il 41enne.
Gli abusi sul divano di casa
Dalle indagini, secondo quanto riportato da L'Eco di Bergamo e Il Giorno, è emerso che al momento dell'episodio incriminato l'uomo si trovava in casa con l'adolescente e con un'altra bimba, avuta insieme alla madre della ragazzina abusata. Durante le molestie la vittima è riuscita a scattare una fotografia, che poi ha mostrato ai carabinieri qualche ora più tardi nel momento della denuncia. Sulla base del suo racconto e della prova fornita, il pubblico ministero Gianluigi Dettori ha così deciso di aprire un fascicolo.
La vicenda giudiziaria
Dopo aver analizzato la vicenda, il pm ha chiesto il carcere per il 41enne. Il giudice per le indagini preliminari non ha accolto però la richiesta, rilevando la mancanza di un grave quadro probatorio . sollevando dubbi sull'autenticità delle immagini. Il pubblico ministero ha fatto quindi ricorso al tribunale del Riesame, che ha accolto la richiesta, sostenendo la veridicità di quanto dichiarato dalla ragazzina. L'indagato ha impugnato la sentenza di fronte alla corte di Cassazione, che però ha dato ragione all'accusa e mandato in carcere il 41enne.