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Bergamo, 80enne lancia un appello: “Cerco un erede per le mie mille orchidee”

Alfrisio Di Vita, un 80enne che nel tempo ha collezionato una grande quantità e varietà piante, ha lanciato un appello per trovare chi si prenderà cura delle sue mille meravigliose orchidee, esemplari mai visti provenienti da tutto il mondo. Negli anni le ha raccolte e collezionate all’interno di un giardino segreto a Scanzorosciate, Bergamo.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio (La Presse)
Immagine di repertorio (La Presse)

"Cerco un erede per le miei mille orchidee". Alfrisio Di Vita, 80enne, che negli anni della sua vita ha collezionato una grande quantità e varietà di queste piante, ha lanciato un appello riportato dal Corriere della Sera, per trovare chi si prenderà cura delle sue meravigliose orchidee un domani, si spera molto lontano, quando lui non ci sarà più. Alfrisio le ha raccolte e custodite nel tempo all'interno di un giardino segreto a pochi chilometri da Bergamo, a Scanzorosciate. Una passione nata per caso, quando nell’agosto del lontano 1974 era in vacanza in Sri Lanka, in visita al giardino botanico di Kandy. Si tratta di oltre mille esemplari racchiusi in ben tre serre, provenienti da tutto il mondo: dalle montagne dell'Ecuador, alle rive dell'arcipelago Langawi in Malesia, dal Madagascar, alla Nuova Zelanda, dalla Cina, all'Australia. Sono orchidee bellissime, dai colori e dalle forme più disparati, che farebbero innamorare sia gli appassionati di fiori e giardinaggio, ma anche chi non ama prendersi cura del verde. Alcune di queste sono particolarissime e mai viste, hanno fiori molto piccoli o grandi, alcune in natura sono scomparse.

Cercasi erede per mille orchidee

La collezione di orchidee di Alfrisio è riconosciuta dalla Soi (Società di ortoflorofrutticoltura italiana) come tesoro di "rilevanza nazionale", ed è una delle più importanti al mondo. Alfrisio circa dieci anni fa ha creato l’associazione ‘Hortus Orchis', per valorizzare e tutelare questo patrimonio biologico e culturale, ma anche cercare partner, privati o pubblici, che possano sostenerlo con doni, fondi e contributi. Negli anni Di Vita ha incontrato alcune istituzioni del territorio per valutare una possibile donazione, ma la soluzione è ancora lontana. "Ci vogliono lo spazio e le serre, ma soprattutto la passione. Mi devono garantire una presenza costante, una cura qualificata e quotidiana" ha spiegato, affezionatissimo alle piante come se fossero figlie sue.

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