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Belle e povere: le donne della ‘fabbrica di ovuli’ scoperta nell’inchiesta su Antinori

Si arricchisce di nuovi inquietanti particolari l’inchiesta che ha portato all’arresto del ginecologo Severino Antinori, specializzato nella fecondazione eterologa. Nel mirino le attività della sua clinica a Milano: “Mille euro per prelevare ovuli da giovani trentenni”.
A cura di Redazione Milano
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Severino Antinori
Severino Antinori

Si arricchisce di nuovi, inquietanti particolari, la vicenda che ha portato all'arresto il ginecologo Severino Antinori, luminare italiano della fecondazione eterologa assistita fin dagli anni Ottanta, ai domiciliari da ieri con la pesantissima accusa di aver espiantato ovuli contro la volontà di una paziente, in questo caso una 24enne spagnola, sua infermiera nella clinica Matris di Milano (oggi sotto sequesto cautelativo). I particolari riguardano le modalità di acquisizione degli ovuli a pagamento: i gameti sono necessari all'eterologa e non si trovano facilmente causa scarsità di donazioni. Dunque donne trentenni, belle e con difficoltà economiche che rendevano accettabile – dietro pagamento economico – i bombardamenti ormonali con successivo prelievo di ovuli, erano gettonatissime.

Il quotidiano la Repubblica racconta di denunce contro Antinori sono arrivate ai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri nel dicembre 2015. Qual era il compenso? Mille euro per ogni prelievo andato a buon fine. Con un solo intervento si possono arrivare a prelevare fino a 15 ovuli. "E le donne sterili che si rivolgevano alla Matris per avere un bambino – si legge – disposte a spendere da 5mila euro in su per una gravidanza – ne ricevevano al massimo cinque".

La difesa del ginecologo: "La donna chiese assunzione"

Severino Antinori affida al suo legale la difesa rispetto alle gravi accuse che hanno portato ieri al suo arresto: "L'8 aprile scorso, tre giorni dopo l'intervento che avrebbe subito affinché gli ovuli fossero impiantati ad altra paziente, la donna che ha dato il via all'inchiesta che ha portato ieri ai domiciliari Severino Antinori, inviò una lettera per il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato da infermiera e il risarcimento per il danno subito, riservandosi contrariamente iniziative legali".

La figlia di Antinori prende le distanze dal padre

"La dottoressa Monica Antinori, seppur dispiaciuta per l'arresto del professor Severino Antinori, tiene a precisare che, pur svolgendo la stessa professione, da molteplici anni, non collabora né lavora con il padre". Lo affermano in una nota i legali della professionista. "Invero – aggiungono – a differenza di quanto da molte testate pubblicato, il professor Severino Antinori svolge la propria attivita' in strutture in alcun modo riconducibili alla dottoressa Antinori".

Regione Lombardia, scattano le verifiche su accreditamento clinica Matris

"Ats Milano – Città Metropolitana, a seguito di segnalazioni anonime denuncianti gravi irregolarità accadute all'interno della clinica Matris, non convenzionata con il sistema socio sanitario regionale, ha trasmesso tempestivamente gli atti ai Nas, con i quali si è condiviso di non intervenire direttamente per non interferire con le indagini in atto. La struttura, ora sotto sequestro, non è più operativa. L'Ats, sulla scorta degli esiti delle indagini in corso, assumerà le determinazioni di propria competenza, anche rispetto all'eventuale revoca dell'accreditamento". Lo si legge in una nota di Regione Lombardia dopo l'arresto a Milano del ginecologo Severino Antinori, ai domiciliari con l'accusa di rapina aggravata e lesioni personali aggravate.

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