Bagarinaggio online dei ticket dei concerti, ci sono 10 indagati: biglietti a prezzi decuplicati
Facevano credere che i biglietti dei concerti erano completamente esauriti e poi stringevano accordi con un sito di "secondary ticketing" per rivenderli a prezzi maggiorati. Ad essere danneggiati sono stati sia i fan dei gruppi musicali e degli artisti, costretti a comprare biglietti per gli spettacoli dei loro idoli a centinaia di euro, ma anche la Siae, che non avrebbe ricevuto i dovuti introiti per i diritti d'autore per una cifra vicina ai 160mila euro. Grazie a questo stratagemma, "una truffa" la definiscono gli inquirenti, gli organizzatori di concerti, come quello dei Coldplay o di Vasco Rossi, si accordavano per rivendere i biglietti su siti specializzati a cifre che potevano arrivare a circa dieci volte il prezzo originario del biglietto.
La procura di Milano ha indagato dieci soggetti, tra società e persone fisiche, per i reati di truffa e aggiotaggio. Tra j reati contestati non c'è quello di associazione a delinquere e truffa verso i consumatori, su cui in un primo momento gli inquirenti avevano indagato. Coinvolte nell'inchiesta alcuni dei principali organizzatori italiani di spettacoli.
Secondo il pm Adriano Scudieri, tutti gli indagati "adoperavano artifizi volti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo dei biglietti degli spettacoli. I vertici delle aziende coinvolte sono accusati di aver stipulato accordi con siti specializzati per la cessione di un elevato numero di biglietti relativi a concetti di grande richiamo, prevedendo la retrocessione del 90% dell'intero in favore delle stesse società".
"A lungo termine il secondary ticketing ucciderà la musica dal vivo. Toglierà la passione, a forza di tirare la corda. Magari, sui grandi numeri, ci sarà ancora chi spende 300 euro, tutto compreso, per un concerto, ma superata la barriera di quei dieci grandi eventi, gli altri concerti subiranno danni", ha commentato in un'intervista rilasciata a Repubblica Claudio Trotta, patron di Barley Arts e il primo a denunciare in procura il fenomeno del "secondary ticketing".