Badanti e baby sitter gratuite: a Milano nasce il servizio “Welfare di tutti”

Baby sitter per i propri figli o badanti per gli anziani e disabili a prezzi ragionevoli, o totalmente gratuiti se non in grado di pagare: è questo "Welfare di tutti", il servizio di condivisione offerto dal Comune di Milano. Un progetto pensato da Palazzo Marino, che nonostante fornisse già assistenza domiciliare, anche se in piccola scala, con qualche singolo intervento mirato, ha pensato a una cosa in grande. Per questo dopo un anno di lavoro i funzionari dei Servizi sociali di largo Treves, assieme al Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, presieduto da Livia Pomodoro, hanno dato vita al progetto, risultato vincitore del bando, promosso dalla Fondazione Cariplo nell’ambito dei programmi per la coesione sociale, dal valore di 1,2 milioni di euro. Ora si inizierà con l’apertura nelle Zone 5 e 8 dei primi due uffici territoriali, ai quali si potranno rivolgere i cittadini bisognosi di assistenza domiciliare per un anziano, un bambino o un disabile.
Un servizio offerto a tutti, gratuito per gli indigenti
Si tratta prevalentemente di cittadini disposti a condividere il servizio con altre persone del proprio palazzo, della stessa scuola e zona di residenza, che si metteranno in contatto con le famiglie in cerca di aiuto, attraverso la rete di enti e cooperative che operano per conto del Comune, così da creare un programma che soddisfi e armonizzi i bisogni di tutti. L’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, all’inizio del quarto Forum delle politiche sociali, ha così spiegato i punti salienti del progetto: "Siamo partiti dall’idea di non diminuire le risorse investite sul sociale, ma anche di allargare il nostro bacino di utenti, offrendo servizi a più persone, garantendo la gratuità agli indigenti, ma anche la possibilità di avere assistenza a pagamento per chi può permettersi di pagare".
Un modo in cui poter dare una mano, ma soprattutto una splendida occasione di socializzazione tra vicini di casa, in una città troppo grande come Milano. "Effettueremo anche interventi di mediazione sociale con particolare attenzione ai quartieri della periferia ad alto tasso di criminalità, ai condomini popolari dove il degrado genera tensione, nelle scuole dove i conflitti intergenerazionali creano crisi che sembrano insuperabili", ha poi spiegato Adolfo Ceretti, ordinario di criminologia dell’università Bicocca, che ha ideato il progetto assieme al collega Roberto Cornelli. Un progetto pensato per far si che "l’ascolto della sofferenza urbana possa generare capacità cooperative e con il quale il carattere collettivo delle urgenze prenda il posto delle rivendicazioni individuali", ma considerato necessario anche in virtù degli avvenimenti degli ultimi tempi. Come alcuni mesi fa, quando una donna ucraina di 30 anni, con l'aiuto di un complice, picchiò brutalmente e rapinò l'uomo che assisteva da tempo. Un episodio, quello, che suscitò in molti la paura di non potersi fidare di sconosciuti, e da cui si innescò la voglia di prestare assistenza a chi ne aveva bisogno.