Avvelenamenti con il tallio, no alla perizia psichiatrica per Del Zotto: “Una lucida mente criminale”
Non sarà visitato da uno psichiatra Mattia Del Zotto. Non è un pazzo, la sua, secondo il gip, è "una lucida mente criminale" e per questo una perizia non è necessaria. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Federica Centonze ha respinto la richiesta di esame psichiatrico per il 27enne, reo confesso dell'omicidio dei nonni paterni e di una zia, avvelenati con il tallio. Gli altri due nonni, due zii e la badante sono tuttora in ospedale, anche loro per avvelenamento.
Il gip nega la richiesta di una perizia psichiatrica per il 27enne
La richiesta della perizia, riporta il Giorno, era stata presentata al termine dell'interrogatorio di garanzia dall'avvocato di Del Zotto, che dovrà rispondere delle accuse di omicidio e tentato omicidio plurimo e premeditato. Per il legale, Silvia Letterio, è necessario capire se "sia in grado di rendersi conto di quello che gli sta accadendo". Secondo gli inquirenti, però, il giovane mostra una "lucida mente criminale" e per questo un esame medico psichiatrico non è necessario. Una tesi che è stata accolta dal gip, che quindi ha rigettato la richiesta dell'avvocato difensore di Del Zotto.
Nel corso dell'interrogatorio Del Zotto ha confessato: "Ho sciolto il taglio in due bottiglie di acqua minerale conservate nella cantina della villa di famiglia". E ancora: "Mi sono occupato personalmente di avvelenare gli alimenti. Ho agito per punire gli impuri". Secondo i pm non è follia, ma l'opera di una "lucida mente criminale".
