Aumentano i contagi a Milano, Gallera: “Non è necessario istituire una zona rossa”
Nessun allarmismo in merito agli aumenti di casi di Coronavirus a Milano, di fatto l'unica provincia che continua a registrare nuovi contagi in numero superiore alle altre città lombarde. Dati che però non preoccupano affatto l'assessore al Welfare Giulio Gallera che intervenuto questa mattina a Mattino 5 su Canale 5 ha spiegato che non è necessario pensare di istituire una zona rossa a Milano. I dati che vengono forniti quotidianamente dalla regione Lombardia sono infatti numeri assoluti perchè se si guarda alla popolazione del capoluogo lombardo che supera 1 milione e 400mila residenti si può vedere come in realtà la percentuale è assai bassa, catalogando di fatto la città di Milano quasi come una delle situazioni migliori in Lombardia.
I casi di Coronavirus aumentano perché si fanno più tamponi
"Quei dati – ha continuato Gallera in collegamento televisivo – risentono dell'ampliamento delle categorie a cui vengono fatti i tamponi. Non è un dato che evidenzia una criticità di carattere sanitario. Gli ospedali liberano posti letto, si riducono i ricoveri in terapia intensiva, nei pronti soccorso arrivano molte meno persone con sintomi da Covid e in una forma più leggera rispetto a prima". Secondo l'assessore lombardo dunque la situazione è in netto miglioramento anche a Milano, non solo nel resto della Lombardia e a dimostrarlo sono i dati forniti dagli ospedali, dati che indicano che non ci sono criticità tali da pensare di "immaginare una zona rossa". In merito al numero di tamponi effettuati Gallera ha spiegato che rispetto alle scorse settimane, ora "siamo in una fase completamente diversa soprattutto a Milano e provincia. I tamponi vanno a momenti, a volte hanno numeri più alti. Nei giorni scorsi a Bergamo e Brescia abbiamo eseguito un numero molto alto di tamponi".
Fontana: I contagi forse avvenuti nei luoghi di lavoro
Sull'argomento è intervenuto nei giorni scorsi anche il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana che ha spiegato che nella regione non si sono mai fermati, così come il lavoro di analisi attraverso i tamponi ma sui nuovi contagi al momento ci sono solo supposizioni: "Per capire qualcosa in più c'è bisogno della spiegazione di un epidemiologo o specialista – le parole del governatore lombardo – tenuto conto che l'infezione si manifesta dopo due o tre settimane ma magari è probabile che i contagi siano avvenuti anche nei luoghi di lavoro". Risposta che evidentemente non ha soddisfatto il sindaco della città Beppe Sala che questa mattina nel suo consueto messaggio ai concittadini ha chiesto: "Serve chiarezza sui contagi a Milano, stime parlano di 300.000 casi".