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Atto vandalico contro la pietra d’inciampo che ricorda Dante Coen, deportato a Auschwitz

Atto vandalico contro una delle sei pietre d’inciampo posate la scorsa settimana a Milano in ricordo delle vittime della Shoah. A denunciarlo la figlia di Leonardo Coen, Ornella, che armata di acqua ragia ha ripulito la targa dalla vernice sera che ignoti ci avevano versato sopra.
A cura di Valerio Renzi
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La foto diffusa da Ornella Coen
La foto diffusa da Ornella Coen

È una delle sei pietre d'inciampo posate a Milano nei giorni scorsi, e ricorda Dante Coen, deportato e ucciso ad Auschwitz. Posta sotto l'abitazione dove abitava prima di essere deportato, al civico 20 di via Plinio, è stata vandalizzata nella notte tra venerdì e sabato scorso. Sul sampietrino incastonato nell'asfalto dall'artista Gunter Deming, che ne ha realizzate altre 56.000 in tutta Europa, ignoti hanno versato della vernice nera.

A rendersi conto di quanto accaduto la figlia di Dante Coen, Ornella, che lavora al Centro di documentazione ebraica contemporanea. Lo sfregio arriva a pochi giorni dalla Giorno della Memoria, che sarà celebrato il prossimo 27 gennaio per ricordare le vittime della Shoah e ha messo in allarme la Comunità ebraica di Milano, che ha denunciato l'episodio per voce di Davide Romano, assessore alla Cultura: "Siamo addolorati e indignati, ma non ci fermeremo e continueremo a installare pietre in memoria dei nostri morti. Sappiamo che a qualcuno queste ‘Stolpersteine' danno fastidio: si chiamano ‘pietre d'inciampo' non per niente".

La targa è stata pulita e ripristinata da Ornella Coen assieme alla figlia, che hanno informato dell'accaduto anche le forze dell'ordine. "L'abbiamo trovata coperta da una vernice nera la mattina di sabato. Mio marito lo prevedeva, io ero fiduciosa che la città avrebbe avuto rispetto. Comunque addolorata e avvilita, sono andata a comprare l'acquaragia e con mia figlia Laura siamo scese in strada a pulire", l'amaro commento della parente riportato da la Repubblica. "Lo trovo un oltraggio grave alla memoria di una persona che non c'è più e che non si può difendere. D'ora in poi vigileremo tutti i giorni perché questo non accada di nuovo. Credo che questo sfregio sia il frutto di un clima brutto in cui il negazionismo ha ancora molto seguito", conclude Ornella Coen.

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