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Assunzioni, ferie, e-mail riattivate: l’azienda Gilardoni riparte senza la padrona “autoritaria”

A due mesi dalla decisione del tribunale di Milano, che ha esautorato l’anziana imprenditrice Maria Cristina Gilardoni dalla guida dell’omonima fabbrica di Mandello del Lario, affidandola al figlio, la situazione sembra essere tornata alla normalità: “La Gilardoni è tornata un’azienda attraente”, afferma Marco Taccani Gilardoni. I vecchi vertici sono indagati per maltrattamenti e lesioni nei confronti di alcuni dipendenti ed ex dipendenti dell’azienda.
A cura di F.L.
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Lo scorso ottobre, dopo la decisione del tribunale di Milano, per la prima volta l'anziana imprenditrice Maria Cristina Gilardoni era stata tenuta fuori dai cancelli dell'omonima fabbrica che si trova a Mandello del Lario, sul lago di Como. E oggi, a quasi un mese dal suo esautoramento deciso dai giudici, la situazione nella Gilardoni Raggi X, azienda fondata nel 1947 che produce apparecchiature a raggi X e ad ultrasuoni, è tornata alla normalità dopo anni "burrascosi".

A raccontare questi due mesi al "Corriere della sera" è il figlio dell'83enne imprenditrice, Marco Taccani Gilardoni, nominato commissario straordinario dal tribunale. Il cambio di clima si riassume in piccole cose normali nella vita di un'azienda, come la possibilità per gli oltre 150 dipendenti di chiedere le ferie quando servono, ottenere permessi e soprattutto poter lavorare senza il rischio di essere insultati o umiliati. Era questo, infatti, quanto avveniva negli ultimi anni in fabbrica: lo dicono i magistrati, che hanno aperto un'inchiesta per maltrattamenti e lesioni a carico dei vecchi vertici aziendali (inchiesta che ha poi portato all'esautoramento disposto dal tribunale civile di Milano). E lo dicevano soprattutto i lavoratori, molti dei quali si erano dimessi per l'impossibilità di lavorare in un clima del genere.

Lo scorso lunedì, dopo l'addio "forzato" dell'83enne Maria Cristina, figlia del fondatore della Gilardoni Arturo, anche il suo braccio destro, ex capo del personale, è stato allontanato dalla fabbrica dai carabinieri. Completando così la transizione dal vecchio al nuovo management, che in questi due mesi ha comunque già intrapreso diverse operazioni di "normalizzazione" a livello aziendale: nuove assunzioni, riattivazione delle linee estere dei telefoni e dell'invio di e-mail, una riorganizzazione interna. I risultati si iniziano a vedere: "La Gilardoni è tornata un’azienda attraente", afferma Marco Taccani Gilardoni riferendosi ai curricula che sono ricominciati ad arrivare in azienda.

Alla fine del suo periodo da commissario straordinario (otto mesi), Marco Taccani sarà chiamato dal tribunale a proporre un nuovo consiglio di amministrazione. Per farlo dovrà ascoltare gli azionisti, che sono proprio la madre "esautorata" e il cugino di primo grado: "Il punto è il bene dell’azienda, che in famiglia abbiamo tutti quanti a cuore. Quindi quello che cerco di fare, anche su quel versante, è ricucire gli strappi", dice Taccani, che poi ritorna proprio sul carattere burrascoso dell'anziana mamma: "Mia madre ha qui dentro almeno sessant’anni della sua vita. Questo stabilimento è la sua vita. La sua preoccupazione è che noi lavoriamo bene, che non regaliamo niente, lei era convinta di agire nel giusto, probabilmente mal consigliata e sicuramente con un temperamento particolare".

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