Assessore Terzi: “Orari diversi e capienza ridotta: così la fase due dei trasporti in Lombardia”
"Il nostro obiettivo è chiaro: trovare il modo per garantire la distanza di sicurezza sui mezzi pubblici. Oggi il trasporto locale è ancora molto rigido, ci stiamo lavorando e stiamo studiando un piano. Il criterio di base è avere un afflusso più basso nelle ore di punta, in modo da contingentare gli accessi e ridurre l'affollamento". L'assessore lombardo ai Trasporti, Claudia Maria Terzi, è al lavoro per riuscire a mettere in pratica il "distanziamento", la più complicata delle "4 D" previste dal piano di regione Lombardia per poter avviare la riapertura delle attività il 4 maggio, come proposto dalla giunta di Attilio Fontana. Insieme all'uso dei dispositivi di protezione, alle diagnosi con i test e alla digitalizzazione del lavoro, il mantenimento delle distanza di sicurezza è fondamentale per la "nuova normalità" che si dovrà costruire. Ma tenere lontani i viaggiatori sui mezzi pubblici, in caso di riapertura di aziende e uffici, non può che apparire un'impresa impossibile, pensando alle affollatissime corse dei treni carichi di pendolari diretti a Milano, alle metropolitane e agli autobus milanesi sempre congestionati. Intervistata da Fanpage.it, Terzi spiega i progetti della Regione per la mobilità nella "fase 2"
Come farete a ridurre la calca su linee molto frequentate, come i treni suburbani e la metro di Milano?
Ci stiamo concentrando sulla modalità degli orari scaglionati. Discutiamo nel dettaglio insieme alle associazioni di categoria come questo possa essere fatto. A breve, intendo dire entro pochi giorni, apriremo il confronto anche con gli interessati. Non possiamo andare da zero a cento, dal blocco totale a treni e bus affollati. Bisogna pensare a una vita diversa, in cui non usciamo tutti dalle 7 alle 9, ma più dilazionata per garantire sicurezza dei passeggeri e del personale viaggiante.
Sentirete il parere dei pendolari?
Abbiamo confronti costanti con pendolari, ci sono sedi ad hoc come la conferenza del Tpl. Ma questo confronto deve essere veloce, compatibile con la programmazione in tempi brevi. Ci sono aspetti complessi. Per esempio sono preoccupata per le riapertura delle scuole: è vero che si parla di settembre, ma la programmazione delle attività viene fatta da maggio e giugno. Gli studenti rappresentano il 30 per cento delle presenze sui mezzi pubblici.
Sono questioni che la Lombardia può gestire in autonomia?
No, infatti noi non andiamo da soli. Stiamo lavorando in coordinamento con le altre regioni e con il governo. Un'azione di questo tipo deve essere presa in accordo con tutti gli attori. Ci sono aspetti su cui la Regione non ha voce. Pensiamo al problema di programmare l'accesso alle scuole e agli uffici. Noi non possiamo determinare gli orari delle lezioni o le aperture delle attività produttive, ma quello che possiamo fare è determinare la modalità migliori e arrivare a soluzioni condivise da tutti.
Se si ripartisse il 4 maggio, Trenord è pronta a ripristinare da subito il servizio ordinario?
Voglio sottolineare che Trenord ha sempre garantito, anche durante questa emergenza, un servizio più che sufficiente per le necessità. È stato mantenuto il 42 per cento dei treni con meno del 10 per cento dell'utenza. Lo stesso faremo man mano che il traffico aumenterà, seguendo gli andamenti dei flussi. Attualmente siamo ben sopra la soglie che ci permette di mantenere le norme di sicurezza, intendiamo continuare così.