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Assago (Milano), vendita illegale di gioielli d’argento: denunciato Ruben D’Anna

Ruben D’Anna è stato denunciato dagli agenti della Polizia di Stato per commercio non autorizzato. Vendeva oggetti d’argento senza la documentazione necessaria. I poliziotti hanno trovato 135 gioielli tra bracciali, orecchini, collane e anelli dal peso complessivo di un chilo e 600 grammi e dal valore di 6mila euro.
A cura di Alessia Rabbai
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Vendita illegale per Ruben D'Anna che è stato denunciato dalla Polizia di Stato per commercio non autorizzato. Il figlio di Giuseppe D'Anna, "re delle televedite" aveva messo in vendita oltre un chilo di gioielli d'argento senza avere la documentazione necessaria attraverso la sua trasmissione televisiva in onda su due canali del digitale terrestre. Gli agenti della polizia amministrativa nella giornata di ieri, venerdì 12 aprile, si sono presentati negli uffici della società intestata a Ruben D'Anna con sede ad Assago, in provincia di Milano, per svolgere dei controlli. Durante le verifiche i poliziotti hanno trovato 135 oggetti in argento come collane, anelli, orecchini e bracciali dal peso complessivo di un chilo e 600 grammi e dal valore di 6mila euro. Questo quanto è emerso dai controlli, nonostante la Questura avesse autorizzato la società a vendere esclusivamente bigiotteria. Ruben D'Anna, titolare, con precedenti per reati contro il patrimonio, si è giustificato, spiegando ai poliziotti di essere in possesso dei gioielli d'argento perché un suo conoscente di Vicenza gli aveva chiesto di poterli proporre in televisione e ha mostrato fatture e documenti di trasporto.

Ruben D'Anna rinviato a giudizio

Giuseppe D'Anna, "re delle televendite" e padre di Ruben, è stato posto sotto il mirino della procura di Genova che a giugno dello scorso anno gli ha confiscato beni per 12 milioni di euro ritenuti provenienti da attività illecite ripetute nel tempo tra cui truffe,riciclaggio, ricettazioni ed evasioni fiscali. Padre e figlio, inoltre, sono stati rinviati a giudizio nell'ottobre dello scorso anno insieme ad altre sedici persone per accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, ricettazione.

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